La recente polemica tra Elon Musk e le istituzioni italiane ha scatenato una reazione piuttosto accesa, che coinvolge anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Tutto ha origine dalle critiche di Musk verso una decisione della magistratura italiana, che ha sospeso i trasferimenti di migranti in Albania, accendendo un dibattito sull’autonomia della magistratura e sulla sovranità nazionale italiana. Mattarella ha risposto con fermezza, ricordando a Musk l’importanza del rispetto della sovranità italiana, particolarmente significativa dato che Musk è stato appena nominato, dal presidente eletto Donald Trump, a capo del futuro “Dipartimento dell’Efficienza” statunitense, un ente che, pur non avendo la formalità di un ministero, avrà il compito di razionalizzare le spese delle agenzie federali. La scelta dell’acronimo “DOGE” non è casuale, richiamando una criptovaluta sostenuta da Musk stesso, famosa anche per la sua natura scherzosa.
Mattarella ha espresso il suo disappunto per i toni usati da Musk, sottolineando come l’Italia sia “un grande Paese democratico” capace di gestire le proprie questioni interne nel rispetto della Costituzione. Non è la prima volta che Mattarella interviene su questioni di sovranità legate al dossier migratorio; già nel 2022 aveva respinto con fermezza le critiche della ministra francese Boone, ribadendo il diritto dell’Italia di definire le proprie politiche in autonomia. Parallelamente, queste dichiarazioni hanno trovato eco anche nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento italiano: figure come Elio e le Storie Tese, Piero Pelù e persino il giornale The Guardian hanno annunciato il loro ritiro dalla piattaforma X (ex Twitter), in protesta contro Musk. Anche Palazzo Chigi ha espresso sostegno per la nota di Mattarella, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha dichiarato di ascoltare sempre “con grande rispetto le parole del Presidente della Repubblica”.
L’iniziativa di Musk, sempre più vicina a posizioni conservatrici che si allineano con quelle di alcuni esponenti del governo italiano, è vista da molti in Italia come un’interferenza indebita in questioni di giustizia interna. La reazione della magistratura, tramite l’ANM (Associazione Nazionale Magistrati), si è aggiunta al coro di proteste, condannando i commenti del miliardario come “inaccettabili nel metodo e nel merito.”
Questa controversia non solo ha acceso il dibattito su temi di politica interna e sovranità, ma mette anche in evidenza le complessità dei rapporti tra istituzioni italiane e influenti figure straniere coinvolte in ruoli governativi nei loro Paesi d’origine, aggiungendo nuove sfumature alla relazione tra Italia e Stati Uniti.
