di delfina Rebecchi
Mediobanca ha deliberato un’offerta pubblica di scambio (Ops) sul 100% di Banca Generali, offrendo agli azionisti, tra cui il Leone di Trieste, la propria partecipazione del 13%, valutata circa 6,5 miliardi ai prezzi attuali. L’operazione è stata approvata dal cda di Piazzetta Cuccia, convocato il giorno successivo all’assemblea che ha confermato Philippe Donnet alla guida di Generali.
Gli azionisti di Banca Generali, quotata a Milano e controllata al 50% da Generali, riceveranno 1,7 azioni Generali per ogni azione consegnata all’Ops, con un premio dell’11% rispetto alle quotazioni di venerdì. Piazzetta Cuccia ha fissato al 50% la quota minima necessaria per il successo dell’offerta, la cui conclusione è prevista per fine ottobre. L’assemblea degli azionisti di Mediobanca è convocata per il 16 giugno.

Partnership industriale e crescita del gruppo Mediobanca
Secondo Mediobanca, l’aggregazione consente l’evoluzione del rapporto con Generali da finanziario a partnership industriale. L’operazione trasformerà il gruppo in un leader del wealth management, con attivi per 210 miliardi, ricavi per 2 miliardi e una crescita prevista di oltre 15 miliardi annui.

Le previsioni economiche post-operazione
Mediobanca stima che il nuovo gruppo raddoppierà i ricavi e quadruplicherà l’utile netto a 0,8 miliardi, pari al 50% dell’utile complessivo. Previste sinergie per 300 milioni, derivanti per il 50% da minori costi, per il 28% da maggiori ricavi e per il 22% dal funding. Inoltre, il Rote dovrebbe crescere dal 14% a oltre il 20%, l’utile netto consolidato aumentare del 15% a 1,5 miliardi e il Cet1 attestarsi al 14%. Confermata anche la distribuzione cumulata di 4 miliardi di dividendi prevista dal piano 2023-2026, con un rendimento cumulato del 22% nei prossimi 18 mesi.
Impatti sull’ops di Mps e posizione dei consiglieri
L’operazione impatta sull’offerta in corso di Banca Mps su Mediobanca, approvata dall’assemblea di Monte dei Paschi il 17 aprile. Resta da chiarire se la cessione della quota di Generali possa comportare la violazione della passivity rule, che vieta modifiche dell’assetto societario per contrastare un’opa ostile. Il via libera all’ops su Banca Generali è arrivato con due astensioni nel cda di Mediobanca, quelle dei consiglieri espressione della lista Delfin, Sandro Panizza e Sabrina Pucci.
Nagel: “Decisione personale per i consiglieri Generali”
Interpellato in conference call, l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, ha chiarito che spetterà ai consiglieri di Generali decidere in autonomia se aderire o meno all’ops. “Agiranno nell’interesse di Generali”, ha dichiarato. Nagel ha precisato che Mediobanca non ha negoziato l’operazione con i vertici di Generali o di Banca Generali, ma che d’ora in poi si cercherà un’intesa “nell’interesse industriale e finanziario di tutti”.
Futuro brand sotto il cappello Mediobanca
Infine, Nagel ha escluso l’uso del brand Banca Generali nel futuro assetto: “Riteniamo che il marchio Mediobanca nel private e investment banking sia il migliore in Italia”, ha dichiarato, indicando come obiettivo l’integrazione completa sotto il nome di Mediobanca, con una profonda riorganizzazione della struttura.
In avvio di seduta il mercato ha premiato la mossa: Mediobanca ha registrato un +1,48% a 17,87 euro, Banca Generali è salita dell’8,65% a 53 euro, mentre il titolo di Generali è passato da un iniziale rialzo a un calo dello 0,3% a 31,8 euro.