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Meloni si espone: il Governo, la Ue, il riarmo e il dialogo Trump-Putin

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In un intervento deciso e senza filtri alla Camera dei deputati, Giorgia Meloni ha riaffermato la compattezza del suo governo e le sue posizioni sulle sfide che attendono l’Unione Europea. A poche ore dal Consiglio Europeo, che si apre domani, la Premier ha colto l’occasione per fare chiarezza su alcuni dei temi più scottanti dell’agenda internazionale e nazionale, tra cui il riarmo dell’Europa, il ruolo strategico degli Stati Uniti e della Russia nelle trattative per la pace in Ucraina, e le difficoltà di un’Unione che fatica a rispondere alle sfide del presente.

Un Governo solido, senza inutili orpelli

Una delle dichiarazioni più nette della Meloni riguarda la solidità del suo governo. In risposta alle critiche mosse da Matteo Renzi, che l’aveva accusata di “isolamento” in seguito all’assenza dei ministri della Lega, la Premier ha dichiarato con fermezza: «La compattezza del governo non è data dalla presenza fisica dei ministri in Aula. Anzi, quando sono impegnati in altre questioni, è giusto che facciano il loro lavoro. Rispondere ai cittadini è molto più importante che fare compagnia a me; me la posso cavare da sola». Con queste parole, Meloni sottolinea la sua volontà di non dipendere da chi, in quel momento, non può essere presente, e lancia un messaggio di autonomia e determinazione che sicuramente colpisce l’opinione pubblica.

Il lungo ponte telefonico tra Trump e Putin

Il dibattito si è poi spostato sul conflitto in Ucraina e sull’incredibile “riavvicinamento” tra due figure geopolitiche storicamente distanti: Donald Trump e Vladimir Putin. In un clima internazionale sempre più teso, la telefonata tra il presidente degli Stati Uniti e il leader russo è stata definita dalla Meloni come «una lunga conversazione» durante la quale sono stati discussi vari temi, tra cui l’ipotesi di un cessate il fuoco limitato alle infrastrutture strategiche. Secondo la Premier, si trattava di «un primissimo spiraglio» verso la pace, in sintonia con quanto già concordato tra Trump e Zelensky a Gedda. Il ruolo degli Stati Uniti, e in particolare di Trump, emerge quindi come un possibile fattore di distensione nelle trattative, pur tra mille incognite.

L’Europa che non riesce a stare al passo

Sul fronte europeo, la Meloni ha preso una posizione netta. Ha criticato l’approccio dell’Unione, accusandola di concentrarsi su troppe questioni secondarie, mentre le priorità – come la difesa e la gestione delle risorse strategiche – vengono lasciate in secondo piano. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, aveva proposto un piano di riarmo per l’Europa, ma la Meloni ha fatto notare che tale piano si fonda quasi completamente sul debito pubblico degli Stati membri. «L’Unione Europea deve occuparsi meglio di meno cose», ha affermato la Premier, indicando la necessità di una maggiore efficacia e di risposte concrete ai problemi che affliggono i cittadini.

A proposito del riarmo, Meloni ha ribadito la posizione del governo italiano, che ha chiesto lo scorporo delle spese per la difesa dal calcolo del Patto di Stabilità, così da non penalizzare ulteriormente i bilanci nazionali. La Premier ha poi svelato una proposta alternativa, frutto di un lavoro con il Ministro Giancarlo Giorgetti, che mira a favorire gli investimenti privati in ambito difesa, attraverso garanzie europee. Un piano, secondo Meloni, che può rendere il riarmo sostenibile senza appesantire il debito pubblico.

Una visione diversa dell’Europa: l’alternativa di Meloni

Infine, con un’affermazione che è destinata a far discutere, Giorgia Meloni ha concluso il suo intervento dicendo: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia». Le sue parole, forti e provocatorie, richiamano il Manifesto di Ventotene, che descriveva un’Europa unita e solidale, lontana dall’attuale frammentazione politica ed economica. Un messaggio di discontinuità che invita alla riflessione su come l’Europa stia affrontando la sua identità e le sfide globali.

Un intervento decisivo

L’intervento di Giorgia Meloni, sicuramente uno dei più incisivi da quando è alla guida del governo, offre uno spunto di riflessione su come l’Italia intenda posizionarsi in un contesto internazionale sempre più complesso. Il suo approccio pragmatico e deciso, che non si fa intimidire dalle critiche interne e esterne, mostra la volontà di affrontare le sfide con una leadership forte e indipendente. La posizione del governo italiano sulle questioni europee, sulla difesa e sul dialogo per la pace in Ucraina delineano una visione che si discosta, in alcuni casi, dalle linee tradizionali dell’Unione. Meloni non ha paura di esprimere il suo punto di vista, anche a costo di andare controcorrente. Un atteggiamento che potrebbe fare la differenza nel prossimo futuro.

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