domenica, Marzo 16, 2025
HomeAttualitàMille bobby brown apre un dibattito sull’esposizione dei media di giovani artisti...

Mille bobby brown apre un dibattito sull’esposizione dei media di giovani artisti e attori

Test123
Test456

Mille Bobby Brown conosciuta in tutto il mondo per il suo ruolo di Eleven nella serie Netflix “stranger things” ospite al podcast “Call Her Daddy” dibatte su quanto accade a giovani talenti esposti al pubblico come lei. Già qualche giorno fa aveva pubblicato un post in cui si sfogava rispetto al racconto dei media sulla sua vita, le sue scelte come giovane donna ma soprattutto sull’evoluzione del suo corpo.

Quando ha iniziato le riprese della prima stagione Millie era poco più che bambina e ora dopo essersi anche sposata la scorsa estate è una giovane donna in carriera stanca di ciò che si dice di lei. Tra le tante polemiche e critiche a cui si riferisce fanno parte quei commenti “scialbi” a cui i media americani si attaccano per descrivere i suoi outfit da red carpet come “troppo femminili”. “Ho iniziato in questo settore quando avevo 10 anni. Sono cresciuto davanti al mondo, e per qualche motivo, le persone non riescono a crescere con me. Invece si comportano come se dovessi restare bloccato nel tempo”, il suo talento sembra essere secondario al suo volto per molti per cui tendenzialmente ogni volta che si approccia ad un nuovo progetto si accosta il suo ruolo con la sua evoluzione fisica. Proprio per questo alla vigilia dell’uscita del film netflix “The electric state” di cui lei è protagonista questo tema torna a far vibrare i microfoni.

Il discorso della giovane attrice riunisce nei commenti del suo post decine di attori ed esempi che hanno vissuto qualcosa di molto simile. Lei stessa riconosce di non essere l’unica vittima di questi racconti appellandosi al fatto che: “Questo non è giornalismo. Questo è bullismo. Il fatto che gli scrittori adulti passino il loro tempo a dissezionare il mio viso, il mio corpo, le mie scelte, è inquietante. Il fatto che alcuni di questi articoli siano scritti da donne? Anche peggio. Si parla sempre di supportare ed elevare le giovani donne, ma quando arriva il momento, sembra più facile abbatterle per fare click.

Questo fenomeno di “esorcizzazione dell’infanzia” di esponenti del mondo della musica e dello spettacolo ha riguardato in passato altre figure come Miley Cyrus. Fin da piccola è stata al centro dell’attenzione mediatica per il suo ruolo da protagonista in Hannah Montana in cui interpretava una cantante alle prese con la sua doppia vita: quella di Miley,15enne normale, va a scuola e soffre per amore tra un compito ed un altro e la sua “nemesi” Hannah una rockstar amata dai ragazzi che non può uscire di casa passando inosservata. Una dicotomia che riassume due personalità della stessa persona costrette spesso a scontrarsi per poter vivere sul filo della leggerezza. Dalla tv alla vita reale Miley ebbe lo stesso trattamento; cresciuta con l’immagina di “innocenza” scelse, al termine del programma, di mostrarsi per il suo lato libero, privo di paletti, insomma un cambiamento normale per una donna di ormai oltre 20anni. Per questa sua scelta Miley fu spesso giudicata negativamente in quanto la sua trasformazione agli occhi della stampa risultava essere troppo radicale o controversa. Questo momento difficile spinse la cantante a pubblicare alcuni dei suoi pezzi più iconici come “Wrecking Ball” e “We can’t stop”; quest’ultima un elogio alla libertà dell’essere donna come e quando si vuole, un testo che è rispuntato sui social lo scorso anno dopo 10 anni dalla pubblicazione diventando sempre più virale per il suo significato.

Millie ha riaperto un dibattito molto pesante che da generazioni spaventa e infastidisce il mondo dello spettacolo nella speranza che un giorno non debbano più essere giudicate chi sono e come scelgono di crescere ma per il loro lavoro e l’impegno che ci mettono.

Come loro tante altre sono state punte da questa spina, Emma Watson  ad esempio e molto prima di lei anche Drew Barrymore, la piccola protagonista di E.T di Spielberg, a dimostrazione che questo “ostacolo” non nasce oggi ma affonda le sue radici molto tempo fa sugli schermi mondiali.

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Eventi in programma

ULTIME 24 ORE