Una donna di origine nigeriana è stata arrestata a Napoli con l’accusa di tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e utilizzo di riti Voodoo per soggiogare psicologicamente giovani connazionali costrette a vendersi sulle strade della Campania. L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Napoli in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia, ha svelato un sistema ben strutturato e radicato, legato a una rete criminale transnazionale dedita al traffico di esseri umani tra la Nigeria, la Libia e l’Italia. La donna arrestata, 38 anni, era considerata una “madame”, figura centrale nel meccanismo di reclutamento e controllo delle vittime. Le giovani venivano adescate in Nigeria con la promessa di un lavoro onesto in Europa, ma una volta giunte in Libia venivano detenute in condizioni disumane, spesso stuprate e seviziate, prima di essere imbarcate verso le coste italiane. A Napoli venivano poi obbligate a sottoporsi a rituali Voodoo che le vincolavano spiritualmente alla madame. Questi riti, profondamente radicati nella cultura di alcune aree della Nigeria, prevedevano giuramenti di sangue, mutilazioni e il giuramento di non tradire mai colei che le aveva “salvate”.
Le giovani erano così convinte che, qualora avessero disobbedito o denunciato, le loro famiglie in patria sarebbero state colpite da maledizioni, malattie o morte. Una volta in Italia, venivano ospitate in appartamenti sovraffollati e costrette a prostituirsi lungo le strade periferiche di Napoli e delle città vicine, come Castel Volturno e Caserta, consegnando gran parte dei guadagni alla donna arrestata. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, ogni ragazza doveva restituire un “debito” di circa 30.000 euro, una cifra imposta per ripagare il viaggio, l’alloggio e la “protezione”. La polizia è riuscita a risalire alla madame grazie alla denuncia coraggiosa di una delle vittime che, fuggita dal controllo, ha trovato rifugio in una struttura protetta e raccontato in dettaglio il meccanismo di sfruttamento. La sua testimonianza ha permesso non solo l’arresto della donna ma anche l’apertura di ulteriori indagini per identificare altri membri della rete, compresi gli intermediari nigeriani in patria e i complici in Italia.
La Procura ha definito questo caso uno dei più emblematici per la presenza di pratiche magico-religiose nella riduzione in schiavitù moderna. L’uso del Voodoo non è solo simbolico, ma un vero e proprio strumento di coercizione psicologica che permette alle organizzazioni criminali di esercitare un controllo totale sulle vittime anche a distanza. Le autorità sottolineano come il fenomeno della tratta nigeriana sia tutt’altro che marginale: secondo i dati del Ministero dell’Interno, la tratta di donne a scopo sessuale dalla Nigeria è in crescita e rappresenta una delle forme più violente e difficili da smantellare, proprio per il mix di paura culturale, ricatto economico e isolamento sociale. L’arresto della madame a Napoli rappresenta quindi un passo significativo nella lotta alla tratta e allo sfruttamento delle donne, ma evidenzia anche la necessità di un approccio più strutturato, con maggiore supporto alle vittime, campagne di sensibilizzazione nei territori d’origine e azioni congiunte tra i Paesi coinvolti.
Nel frattempo, la donna arrestata è stata trasferita in carcere e si trova ora a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Il suo nome non è stato reso noto per motivi di indagine, ma si sa che aveva già precedenti specifici e risultava segnalata da diversi centri antitratta attivi sul territorio campano. La vittima che ha denunciato, attualmente sotto protezione, riceverà assistenza psicologica e legale, con la speranza di poter ricostruire una vita libera dall’incubo che ha vissuto per anni.
