lunedì, Novembre 17, 2025
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Non c’è due senza tre.

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Mentre gli occhi e le orecchie dell’ umanità, almeno di quella che quando a Roma erano le 21 di ieri era sveglia, per volontà propria o perché il fuso orario in cui rientrava la sua presenza era nella fascia del dì, la parte illuminata naturalmente nel corso delle 24 ore, le agenzie di informazione diffondevano, tra le altre, due notizie di interesse pressochè globale. Inerenti argomenti diversi, erano entrambe negative e, specialmente la seconda, non proprio adatte a conciliare il sonno. Il Conclave riunito per eleggere il Papa, iniziato a metà mattinata subito dopo la chiusura delle porte della Cappella Sistina, preceduto dal fatidico “Extra omnes”, si era messo in pausa. Tanto perché il risultato dello scrutinio non aveva raggiunto il quorum necessario. Il sigillo a tanto era stato apposto dalla fumata nera, uscita alle 21 dal comignolo montato sul tetto. Quel segnale è stato molto più esplicito del silenzio del portavoce della Santa Sede, durato circa tre ore. Spettatore in prima fila un gabbiano. Si ricomincerà questa mattina, mentre già da ieri sera un’ altra situazione, oltre che negativa, anche molto pericolosa, aveva rubato la scena alle incombenze per l’ elezione del Papa. Erano le notizie sulla impennata degli attriti tra India e Pakistan, mai risolti dal dopoguerra, ora esplosi in maniera cruenta. Così, ai due scenari di guerra, l’invasione dell’ Ucraina e il tutti contro tutti in Medioriente, è prudente, anche se sconfortante, aggiungerne un terzo, quello del subcontinente indiano. Pomo della discordia ufficialmente è il regolamento del distretto del Kashmir, conteso tra Mumbay e Islamabad giá dalla fine della seconda guerra mondiale. In effetti quella regione ricorda molto da vicino le enclave, cioè i territori di un paese circondati da quelli di un altro. Al resto del mondo il Kashmyr è noto per la lana pregiata che si ottiene dalla tosatura delle capre tipiche di quelle realtá lontane, per cui molte volte si fa confusione tra esse è il territorio sul quale vivono. Saltando dalla metà del secolo scorso all’attualità, si può affermare con una certa sicurezza che oramai i principali roghi di guerra sono tre. Ai problemi generati da Ucraina e dalla Striscia di Gaza stanno andando a aggiungersi anche “questioni di lana caprina”. Esse sono tutt’altra cosa delle loro simili riportate dalla locuzione analoga, usata per definire questioni di scarsa importanza. Per il momento è meglio attendere che passino i primi giorni per osservare attentamente l’evoluzione delle vicende appena accennate. Può darsi che nel frattempo si sará riuscito a individuare il successore di Francesco e quindi a elegerlo. Con tutto il rispetto che merita fin d’ora la prossima Sua Santitá, chi tra i Cardinali sente l’afflato dall’Alto che sarà lui il Prescelto, bene farà se comincerà a chiarirsi le idee in merito.
Così, anche solo per far colpo su quanti gli hanno permesso di raggiungere il vertice della gerarchia ecclesiastica.

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