Non é finita con ieri, ottantesimo anniversario della Liberazione dell’ Italia dal Nazismo, la celebrazione delle ricorrenze di stato. Furono poste allora le premesse per aderire al Patto Atlantico con tutte le implicazioni che avrebbe portato. Esse sono valide ancora oggi, seppure in attesa di elementi che contribuiscano a confermare la loro necessità. Allora si iniziò a ridisegnare i confini del mondo: anche se con vistose eccezioni, le soluzioni che furono scelte dalle Grandi Potenze, ancora oggi contrapposte, così come i loro alleati, di massima sono restate confermate. In Italia fu di grande aiuto per la nazione e per gli alleati la collaborazione, anche se sui generis, delle Brigate Partigiane: questo è un dato incontrovertibile. Non con ciò si può ratificare quanto una certa sinistra ancora oggi vuol far credere, cioè che i combattenti delle Brigate di cui prima fossero unicamente comunisti: eccetto i fascisti, per ipotesi fuori della partita, in esse combattevano fianco a fianco militanti in ogni forma di partito politico. Se la parte finale di questa carrellata è accettata, lo dovrebbe essere anche quanto le fa da contorno.
Preme più di ogni altra divagazione, la questione dell’opportunità di usare la canzone Bella ciao come colonna sonora di ogni evento riconducibile alla sinistra, senza andare troppo per il sottile. Di qui la considerazione che, passando attraverso le più svariate interpretazioni, dopo quanto, abbastanza se non troppo, sta accompagnando Francesco alla tomba, è l’ argomento di conversazione preferito
degli italiani. Se è vero che sia stata l’unica occasione che ha consentito che quell’elemento musicale fosse cantato senza essere minimamente fuori luogo, tutte le altre volte è preferibile che sia considerato
inappropriato. Nello stesso momento, non utilizzabile in uno spazio temporale diverso da quello in cui quello stesso fu elaborato. C’é una situazione più vicina al tempo e al contesto fin qui abbozzato. Parigi, maggio del1968: prende il via in Europa la Contestazione Studentesca. Essa partì dal campus universitario di Berkley, California e si estese in tutto il mondo a macchia d’olio. Per quanto riguarda il Vecchio Continente, il soundtrak delle varie assemblee studentesche e altro di più, fu la scansione di parole estremamente stringata e efficace: “ce n’est que un debut, continuons le combat”. In italiano suona: “questo non è che l”inizio, continuiamo a combattere”. Si rivelò decisamente efficace e, almeno fino a tutta la prima metà degli anni ’70, passò di bocca in bocca in tutte le manifestazioni di dissenzo, non solo quelle organizzate dagli studenti nei confronti dell’apparato pubblico dei vari paesi. Archiviata e passata alla storia, quello che era diventato il leit motiv non solo di una manifestazione di popolo ben più ampia della Resistenza Italiana pian piano cadde in disuso. Morale della favola – tale é divenuta ormai la vicenda musicale partigiana, erroneamente considerata alla stregua di un brano presentato al Festivalbar – quella strofa scandita all’epoca da quanti partecipavano alle manifestazioni, è ormai custodita nelle sezioni meglio manutenute della mente, casomai dovessero servire ancora in futuro. Con l’augurio che ciò non debba mai più servire, non è possibile affidare Bella ciao a un valet che la riconsegni a chi vuole utilizzarla a semplice richiesta. Anche perchè, a metá della settimana prossima, il primo maggio, ricorrerà la Festa dei Lavoratori. Ora sarà bene dare l’ultimo saluto a Francesco e raccomandargli di non sforzarsi: la strada per raggiungere la Meta è tutta in salita. E non ci sono scale mobili e ascensori. Vennero rimossi la sera stessa della loro unica corsa, alla fine di un maggio di circa due millenni orsono. Sembra che di da allora che vengono chiamati così.