sabato, Luglio 12, 2025
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NUOVI INQUIETANTI DETTAGLI SULL’OMICIDIO DI GIULIA CECCHETTIN

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Sempre più inquietanti e sconcertanti appaiono i particolari che stanno emergendo riguardo l’omicidio di Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate lo scorso 11 novembre da Filippo Turetta.

Se infatti all’interrogatorio tenuto dal pm Andrea Petroni, Turetta aveva dichiarato “ho perso la testa, mi è scattato qualcosa“, lasciando intendere che l’omicidio fosse stato un atto impulsivo e incontrollato, quello che emerge invece dagli approfondimenti delle indagini è che Turetta avrebbe cominciato a premeditare il rapimento, l’omicidio, l’occultamento del cadavere e la fuga già almeno 4 giorni prima della morte di Giulia, quando tra l’altro avrebbe cominciato a spiarla installando un’applicazione sul suo cellulare.

Gli inquirenti grazie ad esperti informatici sono riusciti a recuperare persino un file cancellato, nel pc di Turetta, nel quale il ragazzo avrebbe preso appunti su come legare a Giulia con il nastro adesivo mani, caviglie, ginocchia e come tapparle la bocca. Oltre a questo risultano nella cronologia di ricerche su internet effettuata da Turetta voci relative a «nastro isolante, manette, cordame, badili, sacchi neri». Tra le ricerche fatte da Turetta prima del delitto anche quella relativa al luogo in cui avrebbe potuto essere più facile attuare l’omicidio e occultare il corpo, cosa poi avvenuta nei pressi del lago di Barcis.

Oltre a ciò Turetta avrebbe anche organizzato quella che sarebbe dovuta essere la sua fuga in Germania procurandosi cartine stradali cartacee per poter fuggire senza utilizzare strumenti elettronici rintracciabili.

Adesso dunque il nuovo capo d’imputazione è di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, porto d’armi continuato, occultamento di cadavere e stalking, e Filippo Turetta rischia l’ergastolo.

Una vicenda che non smette di scuotere quanti ne stanno seguendo i risvolti, e che si spera possa concludersi almeno con una sentenza che renda giustizia alla famiglia Cecchettin, sebbene oramai nulla potrà più portare in vita Giulia.

La speranza è che dal sangue di tutte le donne che ogni giorno muoiono a causa di uomini che dicono di amarle, sorga presto la consapevolezza in tutti noi di quanta strada ancora ci sia da fare per estirpare la cultura del “possesso” che grava sul corpo delle donne.

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