Nel silenzio della Città Eterna, un gesto ha parlato più di mille parole: l’abbraccio tra Papa 267 e due giornalisti comuni segna l’inizio di una nuova era. Ma c’è un dettaglio che nessuno ha notato.
Roma, Piazza San Pietro. Il sole bacia le pietre antiche, i passi dei pellegrini si confondono con le emozioni. Tra i flash dei fotografi e l’eco delle campane, un’immagine ha già fatto il giro del mondo: il nuovo Papa, il 267esimo, sorride accanto a una coppia di giornalisti. Ma non è la foto a far parlare: è la scelta.
Chi sono quei due? Non conduttori TV, non editorialisti di fama. Lui, giovane cronista di strada, occhi verdi curiosi e una penna sempre pronta; lei, elegante e lucida, con lo sguardo di chi ascolta prima di scrivere. Nessuno scoop, nessun microfono: solo presenza.
E proprio lì sta il mistero. Il nuovo Papa non ha scelto cardinali per il suo primo abbraccio simbolico, ma due volti che rappresentano l’informazione autentica, quella che racconta senza gridare. È un segno? Un messaggio? Forse sì: la Chiesa apre un dialogo nuovo, diretto, trasparente. Forse no: è solo la tenerezza di un pastore che ha scelto il popolo, prima delle gerarchie.
Quel dettaglio il badge consumato del giornalista al collo, la camicetta semplice ma curata della moglie – dice più di un’omelia. Questo Papa parla agli invisibili, ai narratori delle strade, agli artigiani dell’informazione.
Il Papa dei Giornalisti è nato. E con lui, forse, una comunicazione disponibile.
