Il cantiere delle pensioni è di nuovo al centro del dibattito politico, con ipotesi di riforma che fanno accapponare la pelle ai lavoratori italiani. La Legge di Bilancio, attesa per il prossimo ottobre, potrebbe portare venti di cambiamento significativi, con un focus particolare sulla pensione anticipata. La Lega, sempre combattiva su questo fronte, sembra intenzionata a riproporre un vecchio cavallo di battaglia: la Quota 41, che permetterebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi, senza badare all’età anagrafica. Tuttavia, il leader leghista Matteo Salvini potrebbe puntare anche sulla proroga della Quota 103, una misura che consente il pensionamento a 62 anni di età e 41 di contributi, ma il suo margine di manovra potrebbe essere limitato dopo il risultato poco esaltante alle Elezioni europee.
Riforma pensioni tra ipotesi e incertezze
Intanto, il Cnel, sotto la guida del presidente Renato Brunetta, sta lavorando a un documento dettagliato che dovrebbe vedere la luce entro luglio. Tra le proposte che circolano, spicca quella di un ritorno a un sistema simile alla legge Dini, con un’uscita flessibile tra i 64 e i 72 anni, superando così le rigide Quote attuali. Questo potrebbe portare a assegni più generosi per chi sceglie di ritirarsi più tardi.
Al momento, mentre si aspetta la riforma, nel 2024 ci saranno undici modi diversi per accedere alla pensione, ognuno con i suoi requisiti e le sue complicazioni. Per la pensione di vecchiaia, confermati i 67 anni come età minima, mentre la pensione anticipata richiederà ancora 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini, con un anno in meno per le donne, almeno fino al 2026.