Opinione – alle soglie delle elezioni regionali in Campania, un elettore liberale riflette sul perché la proposta di Edmondo Cirielli meriti attenzione, al di là delle appartenenze politiche tradizionali.
Un voto ragionato, non ideologico
Mi considero un liberale. Credo nella libertà individuale, nella responsabilità personale e in uno Stato che faciliti, non ostacoli, l’iniziativa economica.
Ogni tornata elettorale regionale mi spinge a chiedermi chi, tra i candidati, possa incarnare questi principi in modo credibile. La Campania, più di altre regioni, ha bisogno di una classe dirigente che sappia unire rigore amministrativo e visione economica, evitando l’eterno pendolo tra assistenzialismo e immobilismo.
Un contesto da liberare
Negli ultimi anni, la regione ha sofferto di un eccesso di centralismo e di una burocrazia che spesso scoraggia chi vuole investire o innovare. Da liberale, vedo in questo uno dei principali nodi da sciogliere: la Campania non ha bisogno di nuovi sussidi, ma di libertà economica, di semplificazione, di fiducia verso chi crea valore reale — imprese, professionisti, start-up, agricoltori moderni.
Cirielli e la questione della responsabilità amministrativa
In questo quadro, la figura di Edmondo Cirielli offre spunti di riflessione interessanti.
Nel suo percorso politico si è distinto per un approccio orientato all’ordine istituzionale e alla legalità — valori che, per un liberale, rappresentano le basi di ogni società efficiente. La libertà economica non può esistere senza la certezza del diritto, né senza un’amministrazione che funzioni con regole chiare e prevedibili.
In più occasioni, Cirielli ha mostrato sensibilità per il mondo produttivo, sostenendo la necessità di ridurre sprechi e burocrazia. Sono temi centrali per chi, come me, ritiene che lo sviluppo non nasca dalle promesse di spesa pubblica, ma dalla capacità di liberare energie private.
Pragmatismo, non appartenenza
Un liberale non vota per appartenenza ideologica, ma per coerenza di visione.
Chi guida una regione deve saper scegliere in base a criteri di efficienza, merito e responsabilità. Alcune proposte di Cirielli — dalla razionalizzazione della macchina regionale al rilancio infrastrutturale — si muovono in questa direzione e meritano, almeno, una valutazione aperta e non pregiudiziale.
La riflessione finale
Non si tratta di tifare per un nome, ma di chiedersi chi possa davvero restituire alla Campania uno spazio di libertà e modernità.
Da liberale, non cerco promesse, ma risultati concreti: meno sprechi, più trasparenza, più fiducia nell’iniziativa individuale.
E in questa prospettiva, guardare a Cirielli non significa aderire a un’ideologia, ma interrogarsi su quale modello di governo possa rendere la Campania una regione più libera, più meritocratica e più competitiva.









