POESIE DI GIULIA CALFAPIETRO

MI MANCHI
Ripongo, con cura, nei cassetti di legno intarsiato
l’intero bucato, lavato e stirato, ripiegato di fresco.
La mano carezza il tessuto, morbido al tatto.
Sono solo lenzuola e qualche camicia di lino pesante
che lasciano spazi ormai inabitati sul fondo di ogni ripiano.
Un tempo, proprio lì, conservavo pezzi di te:
l’odore della pelle abbronzata e la stanchezza di un giorno finito,
la foto istantanea di un momento di vita in comune,
il respiro pesante di un desiderio rimasto inespresso.
Richiudo i cassetti e, sempre con cura, piano,
per non cancellare quel poco che resta di te,
carezzo l’unica foto che ancora mi guarda e sorride.
Mi manchi……
Apro la porta e lascio la stanza,
portandomi dietro il vuoto dell’anima.
SCRIVERE
E’ quando il pensiero ha bisogno del suo tempo prima di essere parola,
ha bisogno di incontrare i battiti del cuore e chiedere
anche a loro di regalarsi al mondo.
E’ quando anche una virgola fa la differenza e l’ultimo sospiro
necessita di inchiostro per l’immortalità.
E’ quando non ti basta vivere per te stesso, sapere dove andare,
ma devi superare profonda solitudine o lieve malinconia
e l’unico rimedio al male che ti affligge
sta in quel foglio bianco che, a breve, riempirai.
E’ quando vuoi gridare, spiegare, sussurrare, confessare,
condividere, pregare, chiedere, cantare.
E’ quando il senso quotidiano del vivere cerca un senso più profondo,
più intimo, più vero che solo il graffio di un pennino
può trovare.
IL TEMPO CHE PASSA
Il tempo che passa non si ferma a guardarti, non chiede se vorresti salvarne un pezzetto.
Magari un sospiro, un bacio rubato; magari parole che puntano al cuore.
Il tempo che passa lo fa sempre uguale, fra gioie e dolori, fra luci e paure.
Sparisce nel nulla, non chiede permesso, e fa l’occhiolino al tuo sguardo impaurito.
Il tempo che passa regala una ruga profonda, una mano che trema,
un cuore che fa più fatica, ma non si rassegna e continua a sognare.
IO
Io sono io, una moglie fedele che carezza e protegge
il suo amore maturo e nei giorni che passano
legge ancora, più intenso di ieri,
il sogno di un lungo infinito.
Io sono io, una madre affettuosa che alterna
silenzi a lunghi discorsi, che canta ninnananne
imparate a memoria, ma è pronta a fare
valigie per giovani cuori in partenza.
Io sono io, una figlia per sempre, felice di essere figlia
perché solo da figlia riesco ancora
a sentire le profonde radici intrecciate,
l’origine di tutto ciò che poi è stato.
Io sono io, soltanto una donna che ama la vita e le piccole cose,
che ha insieme paura e entusiasmo, che mescola piano,
con cura e giudizio,
il tempo passato, con quello che è e quel che sarà.
Giulia Calfapietro










