Non si può evitare di interrogarsi sulla direzione presa dalla nostra società, di fronte a una notizia che arriva oggi dal Giappone. Il Governo nipponico ha comunicato un dato che ha qualcosa di spaventoso. Ogni anno, quasi 70.000 anziani nel Paese del sol Levante muoiono in completa solitudine. L’80% di loro ha più di 65 anni. Molte di queste persone vengono ritrovate solo dopo che è trascorso del tempo dal momento del decesso. Si tratta di un esercito di persone senza nessuno, né familiari né amici, che ne allevi le sofferenze fisiche e morali. Uomini e donne che muoiono in casa, senza una parola di conforto. Si tratta di un problema sociale così rilevante che il Governo di Tokyo ha lanciato l’allarme, avviando a partire dal 2023 programmi che possano combattere l”isolamento sociale. Purtroppo, per ora, con scarsi risultati. Il Giappone è un Paese ad alto tasso tecnologico, e in un certo senso le dinamiche di cui stiamo parlando sembrano anticipare ciò che potrebbe succedere anche in altri Paesi destinati a percorrere la stessa strada. Per questo dovremmo fermarci a riflettere, domandandoci se questo è il futuro che vogliamo.
Questo non è l’unico allarme di cui si parla oggi in Giappone. Il Ministero della Salute, infatti, ha comunicato altri dati che non lasciano tranquilli. Uno studio ha previsto che nel 2060 il 17,7% della popolazione nipponica Over 65 sarà affetto da demenza. Questo anche in conseguenza delle condizioni di estrema solitudine in cui si troveranno costretti a vivere gli anziani. E il problema assume contorni ancora più seri, se si pensa che il 29,1% dei 125 milioni di abitanti dell’Isola ha più di 65 anni, e questo dato è destinato a salire. Urge perciò trovare dei rimedi per evitare la deriva sociale in un mondo di vuote solitudini. E occorre rafforzare la sanità, per offrire cure e supporto a questo esercito di persone sole. Si tratta di un problema che ci tocca da vicino: nella classifica dei popoli con più abitanti che hanno superato i 65 anni, infatti, l‘Italia occupa il secondo posto, con il 24,5% di Over 65.