Nel cuore dell’Appio Claudio, a Roma, tra viale Spartaco e via Lucio Elio Seiano, si consuma da almeno cinque anni una situazione al limite del surreale, che ha trasformato un tranquillo angolo di città in un teatro permanente di degrado. Un balcone, affacciato dal terzo piano di un palazzo residenziale, è diventato una vera e propria mensa a cielo aperto per volatili di ogni tipo: piccioni, gabbiani, corvi.
La responsabile è una residente che, quotidianamente, dalle sei del mattino fino a tarda notte, getta cibo in quantità fuori misura: carne cruda, pesce, mangimi vari, spesso conservati in contenitori visibili sulle ringhiere e riversati anche sui balconi sottostanti. La donna agisce nascosta dietro veneziane sempre chiuse, rendendo quasi impossibile coglierla in flagrante.
Il risultato è una situazione insostenibile per l’intero quartiere: marciapiedi impraticabili, automobili imbrattate di guano, finestre costrette a rimanere chiuse, tende ritirate, e un odore penetrante che rende l’aria irrespirabile. I residenti parlano di “un incubo quotidiano”, aggravato dalla vicinanza di un asilo, aperto da poco, che espone anche i più piccoli a questo scenario di incuria e sporcizia.
Le autorità non sono rimaste indifferenti: nel tempo si sono succeduti controlli da parte dell’Azienda Sanitaria Territoriale, interventi della polizia locale e segnalazioni al VII Municipio. Ma, nonostante l’evidenza del problema e le numerose denunce dei residenti, nulla è cambiato.
L’impotenza delle istituzioni di fronte a un caso così eclatante solleva interrogativi profondi sulla capacità di gestione del decoro urbano e sulla tutela della salute pubblica. Intanto, chi vive nella zona continua a convivere con una situazione che sembra avere dell’assurdo, in attesa che qualcuno decida finalmente di intervenire in modo risolutivo.