“Guardate Francesca quanto è stata brava l’altra notte!!!”, “Ora tutti vedranno i tuoi video”. Frasi scioccanti apparse negli ultimi giorni sui muri della Capitale hanno fatto pensare all’ennesimo caso di revenge porn, fenomeno sempre più diffuso che colpisce soprattutto le donne. Ma dietro quei volantini provocatori si cela una potente iniziativa di sensibilizzazione ideata da cinque studentesse dello IED di Roma. Il progetto si chiama “Sei Complice” e punta il dito non solo contro chi diffonde contenuti intimi senza consenso, ma anche contro chi li guarda. Scansionando i QR code presenti sui manifesti, non si viene indirizzati a contenuti compromettenti, bensì a un video che smaschera l’intento dell’iniziativa: “Volevi vederla nuda senza il suo consenso? Condividere materiali p*rnografici senza il permesso dell’altro è un reato. E chi guarda non è uno spettatore innocente. Se guardi, sei complice.”
Una provocazione che scuote e spinge alla riflessione. “In Italia ci sono 5 milioni di vittime di revenge porn e oltre 14 milioni di persone che hanno visualizzato questi contenuti senza alcun permesso. È ora di cambiare mentalità”, spiegano le ideatrici. Con il loro messaggio diretto, le studentesse vogliono colmare il vuoto di attenzione mediatica e culturale su un problema troppo spesso sottovalutato. “Abbiamo scelto un linguaggio forte per scuotere le coscienze”, racconta Clara, una delle ideatrici. “Il nostro obiettivo è promuovere una cultura del rispetto e far capire che dietro ogni video o foto condivisa senza consenso, c’è una persona ferita, umiliata, violata.”
Il progetto “Sei Complice” è un esempio di come la comunicazione possa diventare strumento di cambiamento sociale, partendo dai giovani per arrivare a tutta la società. E lascia un messaggio semplice, ma potente: non basta non condividere. Anche solo guardare rende complici.