Ambulanze bloccate in stazionamento che impediscono l’accesso all’ospedale. Pazienti in attesa per ore – se non giorni – su barelle o sedie a rotelle in corridoio, alla totale mercé di chiunque e senza la (dovuta) riservatezza e rispetto della privacy. Ricoveri con tempi di attesa infiniti che possono raggiungere perfino i sette giorni! Il tutto mentre il personale sanitario opera in un contesto definito da più fronti come “ingestibile”. È questa la drammatica situazione in cui vige il Pronto Soccorso dell’ospedale salernitano “Ruggi d’Aragona” che, dopo la bufera sollevata dal caso Pagliarulo (donna di 41 anni morta dopo un calvario di 48 ore proprio al pronto soccorso), si ritrova a dover fronteggiare una nuova emergenza.
I dati riportati anche da “il Mattino“, infatti, sono a dir poco allarmanti: 135mila accessi annui non urgenti, un terzo dei ricoveri classificati come inappropriati, e una grave carenza di medici e infermieri. Gli operatori in servizio sono costretti a gestire un numero di pazienti troppo elevato rispetto alla complessità dei casi, senza adeguati rinforzi, rischiando di non garantire i livelli essenziali di assistenza (LEA) in condizioni sicure.
La denuncia stavolta arriva da più voci. A scoperchiare il vaso di Pandora sulla profonda crisi strutturale che ora vige nella struttura prendendo le difese dei pazienti è Mario Polichetti, responsabile nazionale del Dipartimento Sanità dell’UDC:
“Il pronto soccorso è al collasso e i cittadini sono esasperati!”
Dichiara con fermezza evidenziando come le liste d’attesa per esami e interventi siano ormai totalmente “fuori controllo” costringendo i pazienti al bivio: avere fiducia nella sanità –sobbarcandosi loro le spese non sempre sostenibili– o abbandonare ogni speranza? Ebbene, chi può, come dichiara Polichetti, si rivolge al privato, “aggravando ulteriormente le disuguaglianze nell’accesso alle cure”.
“Non è più tollerabile. Non è tollerabile che chi ha la responsabilità della direzione del presidio sia afflitto da situazioni di possibile incompatibilità, che rendono la sua presenza quantomeno inopportuna”– ribadisce il responsabile UDC sollecitando il direttore Walter Longanella a chiarire pubblicamente la sua posizione sulla gestione ospedaliera.
A sostenere invece gli operatori che, nonostante tutto e al massimo delle loro possibilità, cercano di sopperire a questa emergenza è Adolfo Ardovino, commissario del sindacato FISI Salerno e Provincia, che chiede di intervenire tempestivamente sull’elevato numero d’accesso al Pronto Soccorso:
“È assolutamente necessario per garantire i livelli essenziali di assistenza ai pazienti che non possono più essere abbandonati a loro stessi! “
È la voce che si solleva da Ardovino che inoltre tiene particolarmente a precisare le conseguenze sul trattamento e perfino sui diritti stessi dei malati:
“Il personale non riesce a garantire neanche la privacy dei pazienti. Uomini e donne sono trattati in promiscuità, in spazi ristretti e in condizioni igieniche precarie. A far le spese della carenza di personale sono proprio gli OSS che sono sovraccaricati da compiti che esulano dalle loro regolari mansioni”.
Infatti, gli operatori socio sanitari che dovrebbero “garantire assistenza sui reparti di degenza”, spiega Ardovino, si ritrovano invece a sopperire alle loro mancanze: dal trasporto farmaci al ritiro esami strumentali o pazienti e la consegna di referti affidate giorno per giorno! Il tutto –purtroppo- oltre alla cura diretta dei pazienti.
Una situazione che rende dunque “il rapporto operatore-paziente completamente insostenibile”, nonostante gli OSS tentino con impegno e dedizione di mantenere fede al proprio giuramento, ma “il rapporto OSS-paziente non può continuare ad essere di 1 a 10“, specifica il commissario provinciale.
È per questo che è urgente intervenire su quella che la Fp CGIL di Salerno definisce una vera e propria emergenza permanente:
“Il sistema è al collasso. Senza rinforzi strutturali, non si può più garantire l’efficienza né la sicurezza dell’assistenza”.
A fronte di una situazione così drammatica, i sindacati e i rappresentanti politici chiedono dunque un intervento immediato della Regione Campania e delle direzioni sanitarie, per mettere fine a quella che ormai non è più un’emergenza episodica, ma un disastro sanitario strutturale e quotidiano.
“Se non arriveranno risposte chiare e interventi concreti, convocheremo a breve una conferenza stampa per informare i cittadini e chiedere un cambio di passo nella gestione del “Ruggi”. – si schiera fermamente Polichetti- I cittadini salernitani meritano di più”.