Un semplice tentativo di prenotazione si è trasformato nell’ennesima dimostrazione del profondo malessere che affligge il sistema sanitario campano. Questa mattina, un familiare ha cercato di fissare un polisonnogramma notturno per Francesco, un uomo affetto da sclerosi multipla, costretto in carrozzina e con gravi problemi respiratori. La risposta del CUP dell’ASL è stata sconcertante: l’unica disponibilità è a marzo 2026, all’ospedale di Polla, nel Vallo di Diano. Quasi due anni di attesa per un esame fondamentale, che dovrebbe monitorare l’attività respiratoria notturna e prevenire complicanze potenzialmente letali.
A denunciare la vicenda è Adolfo Ardovino, commissario del sindacato FISI Salerno e Provincia:
«Un paziente con patologia neurodegenerativa e difficoltà respiratorie non può aspettare quasi due anni. Il rischio che muoia prima della data dell’esame è concreto. Questa è la realtà nella tanto decantata eccellenza sanitaria campana.»
Il caso di Francesco non è un’eccezione, ma lo specchio di un sistema in crisi strutturale: liste d’attesa infinite, carenza cronica di personale, macchinari obsoleti e territori interi privi di presìdi specialistici.
In Campania, dove la sclerosi multipla colpisce oltre 6.000 persone, l’accesso a prestazioni fondamentali è spesso un percorso a ostacoli. Chi non può permettersi esami a pagamento è costretto a rinunciare o a sperare che la malattia rallenti.
La vicenda solleva interrogativi urgenti: quanti altri pazienti, come Francesco, stanno aspettando esami vitali? E fino a quando la sanità pubblica potrà permettersi di ignorare queste richieste senza trasformarle in tragedie?
Mentre le istituzioni parlano di riforme e fondi in arrivo, sul territorio si combatte ogni giorno una battaglia silenziosa per la sopravvivenza. E spesso, purtroppo, si perde prima ancora di entrare in ospedale.