Salerno – In un momento in cui i cittadini fanno i conti con attese estenuanti per una visita medica, cresce l’ombra dei conflitti d’interesse sulla direzione del Presidio Ospedaliero Ruggi d’Aragona. Il nome al centro delle polemiche è quello di Walter Longanella, direttore sanitario, la cui posizione appare sempre più controversa. A denunciare pubblicamente la situazione è Mario Polichetti, responsabile nazionale del Dipartimento Salute dell’Udc, che punta il dito contro l’inerzia delle istituzioni sanitarie locali. Il nodo, secondo quanto emerge da diverse fonti e documentazioni in circolazione, riguarderebbe una fitta rete di legami familiari e professionali attorno al dottor Longanella, che potrebbero configurare situazioni di potenziale incompatibilità con il ruolo ricoperto nella sanità pubblica.
Secondo quanto ricostruito, cinque laboratori di analisi privati nella provincia di Salerno sarebbero riconducibili, direttamente o indirettamente, alla sfera familiare del direttore. Un contesto che solleva domande scomode, soprattutto se si considera che la sorella del dirigente avrebbe anche avuto un ruolo attivo in ambito politico, candidandosi alle ultime elezioni nelle liste a sostegno di Vincenzo De Luca. Un dettaglio che alimenta dubbi sulla permeabilità tra politica, sanità e interessi privati. “La gente non riesce a fare un’ecografia in tempi accettabili – denuncia Polichetti – e intanto si moltiplicano le segnalazioni su visite disponibili nel privato, spesso con gli stessi medici che operano nel pubblico. È un cortocircuito etico che non possiamo più tollerare”.
Il meccanismo è ormai noto: al Cup ti danno appuntamento tra mesi, ma al telefono con lo stesso specialista, nel suo studio privato, trovi posto domani. Il tutto mentre le strutture pubbliche restano sotto organico e sotto stress. Il prezzo lo paga il cittadino, spesso due volte: con le tasse, e poi di tasca propria. A rendere tutto ancora più grave, secondo l’Udc, è il totale immobilismo della governance sanitaria locale. Nessuna indagine interna, nessuna presa di posizione chiara. Una “zona grigia” che danneggia l’immagine dell’intero sistema sanitario e mina la fiducia nella sua equità.
“Chi ha responsabilità pubbliche deve garantire trasparenza – incalza Polichetti –. È una questione di etica. Se esistono legami familiari con realtà private che operano nello stesso settore, è doveroso che il diretto interessato faccia un passo indietro. Le dimissioni del dottor Longanella sarebbero un atto di responsabilità e rispetto verso i cittadini”. Nel silenzio delle istituzioni, l’appello è ora alla Regione, alla Direzione Generale e agli organi competenti affinché si faccia finalmente chiarezza. Perché, come sottolinea Polichetti, “la sanità non può essere un terreno dove si coltivano interessi personali a scapito dei diritti collettivi. È tempo di uscire dall’ombra”