martedì, Novembre 11, 2025
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SAVERIO BARONE E LA SUA ARTE, “L’EMOZIONISMO RIFLESSIVO”, ALLA RECENTE FASHION WEEK A MILANO

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u41 foto 3 1Un interessante connubio tra moda (made in Italy) ed arte, nella rappresentazione del cosiddetto “emozionismo riflessivo”; l’ossimoro (solo apparentemente) che contraddistingue lo stile di Saverio Barone – artista di Roccapiemonte (Salerno). Reduce dalla significativa, prestigiosa esperienza della “Fashion week” di Milano. Una manifestazione in atto a Palazzo Bovara, dal 23 al 29 settembre scorsi. Appuntamento consolidato – semestrale – da circa settanta anni. Barone vi ha partecipato, rendendo orgoglioso il suo territorio a livello nazionale. Alcune sue opere, infatti, sono state “tramutate” (stampate) in veri e propri capi di abbigliamento, soprattutto foulard ed altri accessori. E sono apparse in passerella, indossate da avvenenti modelle. Un progetto di stampa in/su tela, che sta attraendo ed attrae – da qualche tempo – il 60enne rocchese. Classe 1965, ha una vasta esperienza in campo pittorico – e non solo. Dal diploma di geometra all’accademia di Belle Arti a Roma e a Firenze: il passo è (stato) breve, diciamo così. Il pittore meridionale ha all’attivo oltre trenta mostre – sia collettive che personali. Più di cinquanta è il numero delle sue creazioni – cui si affianca, dal 2024, proprio la citata corrente “emozionistica riflessiva”. Tutto è sorto alle scuole elementari, quando – matita e pastelli o pennarelli in mano – il Nostro ha sguinzagliato la sua fantasia. Sbizzarrendo il proprio estro. E seguendo quella sua, peculiare, vocazione. La “Milano fashion week”, must che rappresenta l’eccellenza del design più sopraffino, ha visto dunque protagonista questo appassionato creatore di immagini e opere di grande valore. La sua “impronta” pittorica è stata impressa – dunque – sui foulard e sulle sciarpe in misto seta. Tre le tinte “predilette”, “scelte” per rappresentare l’Italia artigiana (e l’orgoglio del Sud) nella city dell’haute couture e delle professioni più “intense” (dal punto di vista delle opportunità di profitto) e/o redditizie. Tre soggetti, bozzetti, piuttosto recenti – realizzati nel 2023 e nel 2024: uno in rosso, un altro in verde e l’altro con sfumature vivaci o nuances varie. Tra questi, c’è l’opera dal titolo: “Ordine e caos”.

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Ma vi è anche una sorta di progettualità, non ancora definita. Un tema eloquente, anche alla luce del suo “brand” (più che altro, un “manifesto artistico”) – l’emozionismo riflessivo. Barone ha espresso di essere stato coinvolto nella “settimana della moda” lombarda per la prima volta. “È stato davvero emozionante – rivela – vedere le mie creazioni effigiate su seta, misto seta e altri materiali”. “Una magnifica esperienza questa – ci dice – che mi sta facendo avvicinare al mondo della sartoria d’autore e della moda”. Ma come ha fatto Saverio Barone ad “approdare” nella tentacolare città cosmopolita; mitteleuropea? Grazie all’amicizia con un’organizzatrice di eventi, conosciuta da pochi anni – nel corso di una sua personale a L’Aquila. Mostra nella quale Barone ha esposto delle tele sul tema del terremoto, che hanno suscitato molto interesse. Nel tempo, l’autore ha mantenuto costanti i rapporti con tale imprenditrice “mecenate”. Da cosa nasce cosa e, grazie a tali relazioni professionali con planner e/o influencer di tal calibro, alla fine è giunto nel tempio della moda, la città simbolo della creatività e dell’operosità ingegnosa dell’uomo: Milano! Ma Barone è un “vagabondo”, un globetrotter: ha sempre la valigia in mano! Ha girato tutta l’Italia e gran parte del mondo, nell’esporre – in contesti celebri, ma anche “proibitivi” ai più – le tele realizzate in tutti questi anni di attività. È stato anche invitato a effettuare mostre nei musei. O presso svariati enti di cultura. Ecco, per la cronaca, alcune delle sue “mete” – scelte affinché i manufatti di sua inventiva fossero valorizzati al meglio – sia in Italia che a livello internazionale: egli è stato (oltre che a L’Aquila) a Bari, a Terni; a Cannes, a Dusserdolf e altrove. Prossimamente, per di più, ci ha voluto “spoilerare” che il 18 ottobre dovrebbe presenziare a Viterbo – in un monastero/museo – e, per ciò che riguarda i Paesi esteri, è in procinto di illustrare la sua tecnica artistica in un centro della Romania. Ancora, una prossima meta dovrebbe essere Parigi. Ma ha anche desiderio di organizzare un’esposizione al Vaticano. Di nuovo in Italia.

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Non c’è che dire, è sempre sulla cresta dell’onda. Molti critici hanno parlato di lui, coniando – appunto – il termine sopra riportato, e cioè: “emozionismo riflessivo”. È stato detto, tra l’altro – sintetizzando e semplificando al massimo: “L’arte non è solo estetica, ma anche coscienza. L’emozionismo riflessivo non si limita a decorare o commuovere, ma invita a riflettere sul tempo; sulla fragilità; sulla trasformazione; su ciò che sopravvive e ciò che si consuma. L’arte non è fine a sé stessa, ma è un atto di consapevolezza. Un’esperienza che unisce sentimento e pensiero, luce e ombra, creazione e distruzione”. “Per me – dichiara il Nostro – emozionismo riflessivo è quando la china, che disegna tratti irregolari, è inizio di corrosione; quando inizia a divenire materia”. E le nuove “avventure” artistiche di Barone non terminano certo qui: oltre a volersi – ancor più – avvicinarsi alle sfilate e ai defilé dell’alta moda, egli coltiva ulteriori e differenti desideri di progetti imminenti: senza voler “scoprire” troppo, accenniamo a un lavoro di grande respiro, da attuarsi a cura di Barone nella sua Roccapiemonte. Ambiziosamente, egli vorrebbe realizzare un’installazione “scultorea” (se ci è concesso dirlo), che dovrebbe far trasparire un senso di incompiutezza e di vuoto. Un’opera monumentale, nel cimitero della cittadina dell’Agro, che possa rilanciare – sono sue parole – “l’artigianato degli Italiani, particolarmente noi meridionali. Spesso questa fonte di creatività [appunto l’artigianato, assieme alle tecniche artistiche – N.d.A] viene affossata dalla nostra società frenetica e “liquida”. È un peccato, perché questo mortifica l’indiscusso genio dell’Italia e dei suoi “figli” o epigoni”.

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In conclusione, un altro “desiderio” del pittore dell’Agro sarebbe quello, già in parte iniziato, di creare una galleria totalmente on line; via web. Con opere – circa una quindicina, per il momento – solamente di sua fattura. “Sarà un sito con diverse anime – spiega il Nostro. Ormai amico di stilisti e altri “inventori del bello”, coi quali – dice Barone – si è subito creato “un buon rapporto”. Ultime “chicche” e/o curiosità: tra le primissime mostre di Saverio, citiamo quelle organizzate dal pittore e mecenate Michelangelo Angrisani – scomparso da qualche anno, ma assai rimpianto. Questa è stata tra le iniziali “volte buone” o “svolte”, perché la carriera di tale artista prendesse – finalmente – il largo. Alla nostra domanda: “Chi ha creduto in lei, già dai momenti in cui ha preso in mano la tavolozza?”, la risposta è stata: “La mia famiglia, in particolare mia madre. Assieme ad altri amici, leali e sinceri”.

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