Una baby gang dedita alle rapine a mano armata è stata smantellata dai carabinieri della stazione di Marano al termine di una complessa indagine condotta in collaborazione con la Procura di Napoli Nord e la Procura per i Minorenni. I cinque giovani arrestati, di età compresa tra i 20 e i 27 anni, sono accusati di aver compiuto numerose rapine ai danni di supermercati e distributori di benzina tra giugno e luglio del 2024.
Rapine in pieno giorno e in orari di punta
I colpi venivano messi a segno nelle ore di maggiore affluenza, quando i locali erano pieni di clienti. I rapinatori agivano a volto scoperto, armati, e con estrema violenza. Diversi i casi in cui i dipendenti sono stati aggrediti brutalmente, riportando ferite. L’obiettivo era entrare, seminare panico, rubare l’incasso e fuggire nel minor tempo possibile.
Un piano ben studiato e ripetuto
Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo aveva messo a punto un vero e proprio modus operandi. Le azioni erano pianificate nei dettagli: ciascun membro aveva un ruolo preciso, dalla minaccia ai clienti fino al controllo dell’ingresso, mentre uno o più complici prelevavano il denaro dalle casse.
I comuni coinvolti e la paura tra i residenti
Le rapine hanno interessato vari comuni dell’area a nord di Napoli: Melito, Mugnano, Villaricca, ma anche altri centri limitrofi. Episodi che avevano creato forte allarme sociale e paura tra i commercianti e i cittadini, esasperati da una violenza sempre più spudorata.
Accuse gravi: rapina aggravata, armi e ricettazione
I cinque arrestati dovranno rispondere di rapina aggravata, detenzione illegale di armi e ricettazione. Alcune delle armi utilizzate nei colpi sarebbero risultate rubate o di provenienza illecita. Gli inquirenti stanno ora approfondendo eventuali collegamenti con altri episodi criminali avvenuti nella zona nello stesso periodo.
L’azione dello Stato: «Nessuna tolleranza per chi semina terrore»
«La risposta dello Stato è ferma e decisa», fanno sapere fonti investigative. «Non ci sarà tolleranza per chi decide di vivere nella criminalità, terrorizzando lavoratori onesti e intere comunità». Intanto, le indagini proseguono per identificare eventuali complici ancora in libertà.