Nuovi sviluppi emergono dalle indagini sulla tragica morte di Ramy Elgaml, il 19enne di origine marocchina deceduto a seguito di un inseguimento da parte dei Carabinieri. Il giovane si trovava a bordo di uno scooter guidato dall’amico Fares Bouzidi, 22 anni, quando, inseguiti da tre auto dell’Arma, sono caduti rovinosamente. L’incidente è stato fatale per Ramy, mentre Bouzidi è rimasto ferito.
La consulenza cinematica disposta dalla Procura di Milano e recentemente depositata ha fatto luce sulla dinamica dei fatti, confermando che il carabiniere alla guida dell’ultima auto inseguitrice ha agito correttamente. Secondo il documento, l’agente ha frenato nei momenti opportuni e non ha urtato lo scooter alla fine dell’inseguimento. L’impatto tra il veicolo dell’Arma e il motorino è avvenuto precedentemente e in modo laterale.
Nel rapporto si legge inoltre che il Vice Brigadiere alla guida dell’Alfa Romeo Giulietta di servizio ha seguito le procedure previste per gli inseguimenti. L’analisi dei video e delle dinamiche ha dimostrato che l’operato del militare è stato conforme al dovere d’ufficio. La perdita di controllo del motoveicolo sarebbe stata causata da una manovra improvvisa e imprevedibile dello scooter, che ha tagliato la traiettoria dell’auto dei Carabinieri, rendendo impossibile un’azione difensiva efficace da parte del conducente della pattuglia.
Il rapporto evidenzia anche un elemento cruciale nella dinamica dell’incidente: la presenza di un palo semaforico. È stato proprio questo ostacolo a risultare determinante per il decesso di Ramy, poiché ha interrotto la caduta del giovane, impedendogli di disperdere l’energia dell’impatto.
Le conclusioni della consulenza tecnica rappresentano un punto chiave nelle indagini, fornendo elementi che potrebbero influenzare il corso del procedimento giudiziario. La vicenda, che ha suscitato forte dibattito e commozione, resta sotto l’attenzione dell’opinione pubblica in attesa di ulteriori sviluppi.