Una giovane vita spezzata a soli 26 anni. Raffaella, originaria dell’hinterland napoletano, è morta in seguito a un incidente stradale che, di per sé, non sembrava destinato a essere fatale. A ucciderla, secondo le prime ricostruzioni, non è stato l’impatto in sé, ma un componente difettoso del sistema di sicurezza dell’auto.
Un bossolo fatale: l’airbag difettoso le ha sparato un frammento al collo
Le indagini hanno rivelato un dettaglio sconcertante: al momento dell’attivazione dell’airbag, un piccolo componente metallico è stato espulso con una forza tale da colpire la giovane al collo, perforando la pelle come un proiettile. Una ferita letale che non le ha lasciato scampo.
Una morte assurda e inaccettabile
La comunità è sotto shock. Familiari e amici non riescono a darsi pace per una morte tanto assurda quanto evitabile. L’auto, una berlina di media cilindrata, è stata sequestrata per ulteriori accertamenti tecnici. La procura ha aperto un’inchiesta.
Precedenti simili e richiami internazionali
Non è la prima volta che si segnalano problemi legati ad airbag difettosi. In passato, casi simili hanno portato a maxi richiami da parte di grandi case automobilistiche. L’episodio di Raffaella potrebbe riaprire il dibattito sulla sicurezza reale di questi dispositivi salvavita.
Il dolore di una famiglia e l’attesa di verità
Nel silenzio della casa di Raffaella, adesso resta solo il dolore. I genitori chiedono giustizia e verità: “Vogliamo sapere come sia possibile morire così, in un’auto che doveva proteggerla”. Intanto, le indagini proseguono per accertare eventuali responsabilità della casa produttrice.