martedì, Novembre 11, 2025
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Truffe bancarie con lo spoofing: sgominata banda tra Giugliano e Napoli

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Un’operazione investigativa condotta nelle ultime ore tra Giugliano in Campania e diverse zone del capoluogo partenopeo ha portato allo smantellamento di una pericolosa organizzazione dedita alle truffe bancarie basate sul cosiddetto spoofing, una tecnica che altera l’identificativo del chiamante per far apparire la telefonata come proveniente da un numero legittimo (spesso della stessa banca della vittima) e indurre gli utenti a fornire codici, password o a compiere operazioni finanziarie immediate; l’indagine, coordinata dalla Procura competente e sviluppata con il supporto della Guardia di Finanza, dei carabinieri e in stretta collaborazione con i servizi antifrode degli istituti di credito coinvolti, ha ricostruito un meccanismo collaudato che partiva dalla raccolta di dati personali tramite phishing e chiamate ingannevoli, proseguiva con attacchi di tipo SIM swap per prendere possesso dei numeri telefonici delle vittime e si concludeva con l’uso di “money mules” — soggetti incaricati di ritirare o trasferire denaro contante — e con l’impiego di conti correnti intestati a prestanome e di microimprese di comodo per immettere e diluire i proventi; nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati dispositivi elettronici, schede SIM, elenchi di numeri telefonici e documentazione contabile che attesterebbero transazioni ingenti, mentre alcuni beni riconducibili al giro illecito sono stati sottoposti a sequestro preventivo a garanzia dell’azione penale, e le misure cautelari disposte riguardano diverse persone ritenute a vario titolo coinvolte, dal nucleo che predispose la falsa segnaletica telefonica ai soggetti che materialmente eseguivano i prelievi e ai consulenti che tentavano di schermare i flussi finanziari; la tecnica dello spoofing è stata adottata dalla banda in modo sistematico: i truffatori simulavano una comunicazione ufficiale della banca — con tono calmo e riferimenti apparentemente corretti alla filiale o al servizio clienti — per convincere soprattutto utenti anziani o meno avvezzi agli strumenti digitali a rivelare l’OTP (one-time password) o a seguire istruzioni che portavano al trasferimento immediato di somme su conti intermedi, oppure a installare app di remote access che consentivano il pieno controllo del conto corrente da remoto; le verifiche tecniche hanno inoltre evidenziato come, dopo i bonifici o i prelievi, il denaro venisse velocemente frazionato e inviato all’estero o trasformato in criptovalute, con passaggi intermedi progettati per sfuggire ai controlli antiriciclaggio, ma la sinergia investigativa con gli istituti bancari ha permesso di interrompere la catena: grazie all’analisi rapida dei flussi, al blocco preventivo delle operazioni sospette e all’acquisizione delle registrazioni telefoniche, gli inquirenti sono risaliti agli account e ai punti di raccolta del denaro; sono molte le vittime identificate finora: piccole imprese, professionisti e numerosi cittadini, alcuni dei quali hanno perso risparmi di una vita dopo aver risposto a una telefonata apparentemente credibile; l’impatto psicologico è enorme, soprattutto sulle fasce più vulnerabili della popolazione, e le associazioni dei consumatori hanno chiesto misure immediate di sostegno e la rapida attivazione di procedure di rimborso quando la responsabilità della banca risulti accertabile per carenze nei sistemi di protezione dell’autenticazione; dagli atti di indagine emerge anche l’utilizzo sofisticato di strumenti tecnologici per il camuffamento delle chiamate e la registrazione di messaggi preregistrati che replicavano il linguaggio ufficiale degli Istituti, oltre all’uso di sim box e di servizi VoIP che rendono difficile rintracciare la fonte originaria della telefonata; gli investigatori hanno sottolineato come la truffa non sia più soltanto un atto improvvisato ma l’espressione di organizzazioni strutturate, con ruoli ben definiti e divisione dei compiti, che investono i proventi illeciti in attività lecite e in beni, rendendo essenziale l’intervento combinato di polizia giudiziaria, autorità amministrative e settore bancario per rompere il circuito del riciclaggio; nella conferenza stampa congiunta tenuta al termine delle operazioni, una fonte delle forze dell’ordine ha spiegato che «le banche hanno dimostrato di poter essere partner decisivi nell’individuazione precoce delle anomalie, ma serve anche che i clienti siano informati e protetti» e ha annunciato che la Procura procederà con richieste di misure patrimoniali e con indagini su eventuali filoni collaterali per ricostruire la totalità delle responsabilità; l’analisi tecnica condotta sui cellulari sequestrati ha confermato l’ampio uso di conversazioni criptate e di chat temporanee per coordinare gli spostamenti del denaro e per cancellare tracce, ma è stato proprio il recupero di backup, la comparazione di numeri telefonici e la verifica incrociata di tabulati che hanno consentito di stringere il cerchio; il fenomeno dello spoofing, che ormai funziona come moltiplicatore delle truffe tradizionali, richiede risposte multilivello: le istituzioni devono rafforzare normative e controlli antiriciclaggio, le banche devono implementare sistemi di autenticazione a più fattori meno vulnerabili agli attacchi di ingegneria sociale e i cittadini devono ricevere campagne di informazione efficaci e continue; per minimizzare il rischio personale, suggeriscono gli investigatori, è indispensabile diffidare sempre delle chiamate che chiedono codici, procedere esclusivamente tramite i canali ufficiali segnalati dalla propria banca, installare aggiornamenti del sistema operativo del telefono per ridurre la vulnerabilità alle app malevole, attivare notifiche push per ogni movimento sul conto, usare password complesse e uniche e non condividere mai dati sensibili via voce o messaggio; l’operazione tra Giugliano e Napoli rappresenta comunque un messaggio forte: la criminalità digitale che mira ai conti correnti non è invincibile, ma per essere sconfitta occorre che la repressione giudiziaria sia accompagnata da prevenzione attiva, formazione della popolazione e investimenti tecnologici nel settore finanziario; le indagini proseguono per ricostruire la rete di destinatari esteri dei flussi illeciti e per identificare eventuali complici all’interno del sistema economico che abbiano agevolato la trasformazione del denaro illecito in beni difficili da sequestrare, mentre le autorità hanno invitato chiunque abbia subito operazioni sospette a rivolgersi immediatamente alle forze dell’ordine e alla propria banca per attivare le procedure di tutela; in chiusura resta l’allarme: con l’aumento delle truffe via Internet e telefoniche, la fiducia nel sistema finanziario può essere erosa rapidamente se non si adottano comportamenti prudenziali e non si agisce con determinazione contro chi sfrutta la tecnologia per depredare i risparmi altrui; le prossime settimane saranno cruciali per le indagini e per l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio, ma l’auspicio delle autorità è che l’eco di questa operazione serva a sensibilizzare cittadini e istituzioni contro una minaccia che è ormai quotidiana e che richiede una risposta collettiva.

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