domenica, Maggio 18, 2025
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Trump e Netanyahu, alleati nel potere: l’amicizia dei forti contro gli ultimi

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Nel grande teatro della geopolitica, ci sono alleanze che non sorprendono più nessuno. Donald Trump e Benjamin Netanyahu, due volti della destra globale, due leader che nel corso degli anni hanno stretto un patto profondo non solo sul piano diplomatico, ma soprattutto su quello ideologico. Un’alleanza salda, condivisa dall’attuale amministrazione americana e dal governo israeliano, che marcia compatta nella gestione della guerra, nella costruzione di muri, nell’uso della forza come unico strumento per risolvere i conflitti.

Perché – diciamolo chiaramente – i cattivi sanno essere amici dei cattivi, quando c’è da fare del male. È accaduto anche a Gesù, duemila anni fa, quando Pilato ed Erode, nemici giurati, trovarono un’improvvisa intesa proprio nel giorno della sua condanna. Un’unione nel nome dell’ingiustizia. E anche oggi, chi si professa cristiano dovrebbe porsi delle domande.

Ma c’è chi non se le pone affatto.

Tanti simpatizzanti – anche cristiani – di questi moderni carnefici, sembrano non solo ignorare i drammi umani che essi alimentano, ma addirittura condividerne la visione, il metodo, il linguaggio. È lo stesso sguardo che ha visto in Papa Francesco un nemico, un eretico, uno che stava sovvertendo non il Vangelo – che in realtà cercava solo di riportare al centro – ma l’ordine costituito, il potere religioso, la struttura di privilegio che per molti rappresenta la vera “tradizione” della Chiesa.

E così, il male continua a insinuarsi.

Trova spazio tra le menti deboli, i cuori chiusi, gli animi inariditi. Cresce dove la fede è diventata ideologia, dove si prega Dio ma si disprezza il prossimo. Dove si fa il presepe a Natale ma si insultano i migranti. Dove si legge il Vangelo e si ignora il suo messaggio.

Papa Francesco l’aveva detto con chiarezza: “Chi costruisce muri non è cristiano”. E ancora: “Trattare i migranti come delinquenti non è da cristiani”. Parole forti, che hanno fatto infuriare molti. Perché dire queste cose in un mondo dominato dalla paura, dalla propaganda e dall’odio… significa attirarsi il disprezzo di chi ha fatto dell’odio la propria bandiera.

Lo hanno fatto con lui, Francesco. Ma lo avevano fatto anche con il Maestro, molto tempo prima. E allora, forse, è proprio nei rifiuti e negli insulti che si misura la fedeltà al Vangelo. Non nei titoli, nei troni o nelle alleanze di potere.

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