martedì, Aprile 29, 2025
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Ucraina, Vannacci svela con chi sta: “Ecco perché la Russia ha dovuto farlo”

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di Andrea Varone

Roberto Vannacci irrompe nel dibattito pubblico sul tema più divisivo: la sua posizione sulla Russia rispetto all’Ucraina e al conflitto in corso. Il generale ed ex comandante della missione italiana in Afghanistan, ha espresso la sua visione in un dialogo con Bruno Vespa per il nuovo libro. “Hitler e Mussolini. Il tragico idillio che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)”. Il generale chiarisce subito: “Non condivido l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”. Ma spiega anche che il Cremlino vede nell’invasione un’operazione fondamentale per la propria esistenza.

“La Nato ha tolto ‘spazio vitale’ alla Russia”

“L’espansione a est della Nato ha tolto progressivamente spazio vitale alla Russia”, afferma Vannacci. Questa avanzata dell’Alleanza Atlantica, secondo il generale, ha contribuito a creare un clima di accerchiamento e insicurezza a Mosca. “Putin non fa la guerra a Zelensky, ma all’Occidente”, prosegue, evidenziando come il presidente russo percepisca la minaccia occidentale come esistenziale.

Vannacci racconta poi che Vladimir Putin aveva posto delle condizioni ben precise per risolvere la crisi in corso: “L’Ucraina non sarebbe dovuta entrare nella Nato, avrebbe potuto fare un ingresso condizionato nell’Unione Europea e non avrebbe dovuto avere armi di lunga gittata”. Condizioni, secondo il generale, ritenute necessarie da Mosca per evitare l’escalation del conflitto. Tuttavia, l’Occidente ha risposto in modo, dice lui, “ruvido”, preferendo rafforzare la propria posizione a discapito delle richieste russe.

 

Il messaggio del generale è chiaro: si tratta di comprendere le ragioni di Mosca, non di giustificarne le azioni. Vannacci ribadisce di “non condividere l’invasione”, ma invita il pubblico a riflettere sulle ragioni profonde che hanno spinto la Russia a un gesto così drammatico. “Il Cremlino ha percepito la necessità di difendersi per garantirsi un futuro”, spiega, aggiungendo che ignorare o sottovalutare questo aspetto significa non comprendere appieno la natura del conflitto.

 
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