sabato, Luglio 12, 2025
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Un “Cancro” chiamato PD: Romano Prodi, l’uomo che ha distrutto l’Italia, torna a parlare e a sparare parole inenarrabili…

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È tornato a farsi sentire, ancora una volta. Nonostante l’età e la lunga serie di disastri politici che si porta dietro, Romano Prodi ha deciso di offrire al Paese l’ennesima lezione di moralismo europeo e antiamericano, da quel pulpito che lui e la sinistra italiana occupano da decenni come se fosse un diritto divino. In una recente intervista rilasciata a un quotidiano nazionale, l’ex presidente del Consiglio ha lanciato le sue frecciate contro Donald Trump, definendolo “un cinico autoritario”, accusando Giorgia Meloni di ignorarlo colpevolmente, e descrivendo l’Unione Europea come “un condominio paralizzato”. Dichiarazioni che, a suo dire, dovrebbero essere lucide analisi geopolitiche, ma che suonano piuttosto come l’ultimo sfogo di un uomo legato a un’idea d’Europa mai amata davvero dagli italiani. Il passato che non passa mai. Romano Prodi rappresenta, per molti, l’incarnazione del fallimento dell’élite progressista italiana: promotore dell’euro senza rete di protezione per il Paese, simbolo di un centrosinistra subalterno ai poteri europei e alle burocrazie di Bruxelles, è oggi un commentatore che continua a denigrare le scelte sovrane e popolari, sia in Italia che nel resto del mondo. Attaccare Trump è ormai un riflesso automatico per una certa sinistra, ma definirlo “cinico autoritario” mentre milioni di americani si preparano a rieleggerlo è un atto di arroganza e disconnessione dalla realtà. Ancora più surreale è il rimprovero a Giorgia Meloni per la sua prudente distanza dal dibattito elettorale statunitense: è forse colpa sua se Prodi e i suoi eredi non contano più nulla sullo scacchiere internazionale? L’Europa che ha voluto… è proprio quella che ci ha condannato. E poi l’Europa: quel “condominio paralizzato” che Prodi oggi critica, è esattamente il frutto della sua politica. È stato lui uno dei grandi architetti di un’Unione sempre più tecnocratica, lontana dai cittadini, con un’architettura monetaria che ha favorito i Paesi forti e indebolito quelli più fragili – Italia in testa. Parlare oggi di “paralisi” è come se un piromane si lamentasse dell’incendio. Un’ultima uscita? Ce lo auguriamo tutti. Le dichiarazioni di Prodi, rilanciate da gran parte dei media progressisti come se fossero oracoli, non rappresentano più la voce del Paese, ma quella di un passato che ha lasciato macerie. E che purtroppo non trova mai il buon gusto di ritirarsi in silenzio. In un’Italia che cerca di risollevarsi, tra mille difficoltà, dal peso di decenni di mala gestione politica targata centrosinistra, le parole di Romano Prodi risuonano come l’eco stanco di un’epoca finita. Un’epoca che troppi italiani vorrebbero dimenticare.

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