sabato, Luglio 12, 2025
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Ventimiglia, Don Rito Alvarez denuncia: “Molti cani vivono meglio dei migranti sotto il ponte”

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“Molti cani nelle case vivono meglio dei migranti che dormono sotto il ponte a Ventimiglia.” A lanciare la denuncia è Don Rito Alvarez, parroco della chiesa di San Rocco di Vallecrosia, da anni impegnato sul fronte dell’accoglienza e dell’assistenza alle persone in transito nella città di confine. Il sacerdote ha pronunciato queste parole durante un incontro pubblico, richiamando una riflessione contenuta nel diario di Patrice Lumumba, figura simbolo della lotta anticolonialista in Congo. “Lumumba osservava che i cani dei padroni colonizzatori vivevano meglio delle donne e dei bambini del suo popolo. Se guardiamo oggi a Ventimiglia, la situazione non è tanto diversa: c’è gente che vive da anni sotto i cavalcavia, in condizioni igieniche e umane che non dovrebbero essere tollerate in un Paese civile.” Don Rito, conosciuto per il suo impegno con la Caritas e le associazioni umanitarie locali, ha voluto richiamare l’attenzione sull’indifferenza crescente verso i migranti in transito, costretti a vivere in accampamenti di fortuna nei pressi del fiume Roja, o sotto i ponti e le infrastrutture cittadine, spesso senza accesso a servizi essenziali. “La città è diventata un confine rigido, che respinge piuttosto che accogliere. I cani oggi hanno cucce, cure veterinarie, cibo, affetto. I migranti hanno freddo, paura e invisibilità,” ha aggiunto il parroco, puntando il dito contro l’assenza di soluzioni strutturali da parte delle istituzioni nazionali e europee. Le sue parole arrivano in un contesto di rinnovata attenzione sull’emergenza migranti a Ventimiglia, in coincidenza con il decimo anniversario della sospensione del Trattato di Schengen da parte della Francia. Un provvedimento che ha trasformato la città in una “zona di attesa” per centinaia di persone, bloccate lungo il confine senza possibilità di proseguire il loro viaggio verso il Nord Europa. La dichiarazione di Don Rito ha già suscitato reazioni contrastanti: applausi da parte del mondo del volontariato, ma anche critiche da alcuni settori politici, che accusano la Chiesa di assumere posizioni troppo ideologiche. Tuttavia, il parroco resta fermo nella sua denuncia: “Non è ideologia, è Vangelo. E il Vangelo ci chiede di guardare in faccia la sofferenza.” Il messaggio, forte e scomodo, rilancia una domanda che da anni aleggia tra le strade di Ventimiglia: è accettabile che, in Europa, si possa ancora vivere o sopravvivere sotto un ponte? Tante persone, riportando la domanda mi hanno dato tutti la stessa ancor più scomoda risposta: “Ormai con la Tecnologia, il Mondo intero sa… e, qui ometto perchè si è a rischio querele…, proseguono quindi, se non sono sereni e contenti sanno come fare non partono e rimangono a casa loro. Noi siamo ceti che i nostri animali ci amano molto di più di moltissimi esseri umani, basta, visto che lei è una giornalista che legga gli articoli o apra la televisione…” Ognuno deduca ciò che meglio creda, il mio vuol essere stato solo un dovere di cronaca.

 

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