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Tredici Pietro, il rapper di San Lazzaro di Savena e figlio del celebre Gianni Morandi, torna sulle scene musicali dopo due anni di pausa con il suo nuovo singolo Big Panorama. Questo periodo di riflessione e crescita personale ha portato Pietro a mettersi a nudo nel suo testo, dove per la prima volta nomina direttamente il padre, confessando il peso dell’influenza paterna.
Il video del singolo, che mostra Pietro coperto di sangue come dopo un pestaggio, ha una forte connotazione cinematografica. “La ragione è cinematografica, ho scritto il video insieme a Enrico Rassu, basandomi su un’esperienza di vita reale. Non ero ridotto come in quell’immagine, diciamo però che ero pestato dentro,” spiega Pietro in un intervista a Repubblica, evidenziando come un evento reale sia stato portato alle estreme conseguenze per rendere il messaggio più chiaro.
Big Panorama rappresenta per Pietro un periodo travagliato. “A me piace molto il concetto di crisi che hanno i cinesi: lo vedono solo come il punto da cui si risale. Dal punto più basso si può soltanto uscire e risalire,” afferma, sottolineando come il singolo segni il suo ritorno dopo due anni. La copertina del singolo non sarà la foto con il sangue, ma un dettaglio di oggetti di scena nel pronto soccorso, simbolizzando il brutto panorama catturato in quel momento.
Per la prima volta, Pietro parla direttamente del suo famoso padre in una canzone, dicendo: “E sono il figlio di Gianni, non so perché ci ho sofferto”. Pietro considera questa confessione una divagazione necessaria e ha coinvolto il padre nella realizzazione del video. “Volevo fargli dire proprio quella frase, che fosse il demone che si autorappresentasse,” spiega Pietro. Pur riconoscendo l’influenza paterna, Pietro si sforza di nascondere l’essere “il figlio di”, nonostante il paragone sia inevitabile. “Essere un figlio d’arte vale un po’ come giocare una carta: da una parte è un enorme svantaggio, dall’altra un enorme vantaggio. Io l’ho sempre presa come un enorme svantaggio,” confessa.
Pietro riconosce che la sofferenza derivante dal confronto con il padre è una questione ancora aperta. “Sul perché ci abbia sofferto è una cosa che non ho ancora capito. Rimarrà per sempre una piccola croce, anche se forse croce è una parola esagerata, perché scatterà sempre il paragone anche se non ce ne sarebbe bisogno,” dice. Tuttavia, Pietro distingue chiaramente il suo percorso artistico da quello del padre, considerandoli “due mondi, due epoche e due stili diversi”.
Il rapporto con il padre è descritto come autonomo e indipendente. “Mio padre posta quotidianamente, quindi inevitabilmente ogni tanto apparivo. Avessi voluto entrare attraverso quel canale ce ne sarebbero stati mille modi ma mi sono sempre defilato,” dichiara Pietro, evidenziando come abbia sempre cercato di fare da solo. Pietro vive per conto proprio da quattro anni ed è del tutto autonomo, ma la nuova canzone affronta anche questo tema, toccando tangenzialmente il rapporto con il padre.
Nel testo di Big Panorama, Pietro parla sinceramente della “droga che ti illude, il fumo, le turbe, le bestie nella testa, il rapporto che si inceppa, la camera che si infesta”. “Nella mia vita ho avuto a che fare con tante persone e tante sostanze diverse, e con tante persone che ne abusano, e anch’io ho avuto i miei incontri,” ammette Pietro. Il brano vuole essere uno specchio della realtà, non solo personale ma anche osservata.
Molti giovani artisti con un percorso simile al suo non hanno retto la pressione e hanno deciso di prendersi una pausa. Pietro ritiene che la sua generazione sia la prima a confrontarsi con un nuovo tipo di comunicazione globale che obbliga a riformularsi, subendone le conseguenze. “Io sento il bisogno di parlare ancora più chiaro, ed essere ancora più sincero,” afferma, contrapponendosi alla tendenza di ostentare il lato materiale della vita.
Infine, Pietro critica i “guru e fattucchiere online”, figure che offrono solo una visione parziale e illusoria del successo. “I guru sono i nuovi profeti, i venditori di sogni. Le fattucchiere sono le ragazze che vendono la loro immagine, il loro corpo. E poi ’sti rapper orologiai con il macchinone: perché non raccontare anche il resto, il picco minimo, il naturale down che, a quanto pare, non esiste e invece a me come a tanti ha messo in difficoltà?” chiede Pietro, sottolineando la necessità di rappresentare anche le difficoltà e le sfide della vita.