sabato, Maggio 18, 2024
HomeRubricheUno sguardo da PonteLe università americane nel caos: un deja vu, più violento di quello...

Le università americane nel caos: un deja vu, più violento di quello degli anni ’60 

domenico ocone 150x150 1

Ancora vittime sul lavoro. Se ne è saputo ieri, quindi risalienti al giorno antecedente. Ancora una volta per grave carenza delle misure di sicurezza e/o per l’uso non corretto delle stesse. È già un segnale positivo quello che proviene dai mezzi dell’informazione, che continuano a dar la giusta evidenza alle disgrazie di quel genere. Dopo l’enfasi del primo momento, la sicurezza in un’attività lavorativa dovrebbe tener impegnati in prima fila i datori di lavoro e, pressochè al passo, la politica e le organizzazioni sindacali. Sul lavoro, malgrado i mea culpa fatti con contrizione più o meno sincera da chi ne è coinvolto, non è cambiato molto da quando la Mano d’opera non è stata più trattata come una entità disponibile gratuitamente o quasi. Agli albori della civiltà, il lavoro manuale- manovale, l’uomo di fatica, ne è una derivazione- era svolta da appartenenti a classi sociali tra le più basse, che non osavano chiedere compensi ma solo di essere sfamati. Esistevano, talvolta sopravvivono ancora oggi, determinati strati della popolazione che, a stento, sopravvivono accanto a chi ha almeno qualcuno dei requisiti che possano far definire la loro esistenza “condizione di vita umana”. Il tema è estremamente impegnativo perché connotato da tante sfaccettature. Può portare un leggero sollievo l’attività, certamente svolta di proposito, del Governo, che ha legiferato in merito nella giornata del I° maggio. In molti paesi, tra cui l’Italia, in quella data ricorre la Festa del Lavoro o dei Lavoratori. Intanto, volendo tentare qualche esercizio senza rete della mente per elevare il dibattito da argomenti che talvolta si presentano con sembianze simili all’aria fritta, può venire in aiuto un’ analisi asettica di quanto sta accadendo in altri paesi per un diverso tipo di problematica, non meno importanti. Per quanto siano stati giovani all’ epoca non sarà difficile rispolverare il ricordo di quanto avvenne in quegli anni negli USA.

Gli stessi che esportarono un pò dovunque la sommossa dei Figli dei Fiori. Non cambia molto la nuova scena, anche se si osserva che gli attori che la portano in scena hanno un’identità sostanzialmente diversa dai loro predecessori. Essi erano di estrazione della middle class di quegli anni. Gli attuali restano sempre figli, questa volta non dei fiori o altro, bensì “di papà”. La precisazione è d’obbligo perchè l’attuale contestazione studentesca nelle università americane è venuta fuori e sta crescendo a dismisura in atenei dove il pagamento della retta annuale non è poca cosa, anche per la classe mesia di quel paese. Deve essere tenuto da conto un dettaglio importante: questa volta la protesta è nata nel campus della Columbia University a N.Y, uno dei fiori all’occhiello della cultura a stelle e strisce.

Questa volta a cantare le lodi, con o senza musica, di quei rivoltosi, non ancora si intravedono personaggi del peso di Jack Kerouac, Joan Baez e molti altri. Sembra che i dimostranti di oggi seguano una parola d’ordine o un manuale per l’uso, la cui essenza invita a parlare quanto basta e a agire fino allo stremo delle forze. Qualche refolo di quella tempesta ha già attraversato l’oceano, giungendo in Europa, da dove certamente tenterà di raggiungere mete ancora più lontane. Una riflessione d’ ordine per provare a capire verso dove stia andando realmente l’umanità. Aggiungere problemi a problemi, come sta accadendo in America, ferme restando le forze per dominarli, porta quel sistema paese al di la dell’ Atlantico a veder andare sprecate le proprie risorse, pur essendo notevoli, senza risolvere in definitiva nessuna delle vicende che attentano alla libertà e alla pace. Altrettanto bisogna fare attenzione da subito affinchè il tutti vanno a far visita a tutti non finisca con il diventare come il gioco dei quattro cantoni.

Con una complicazione non da poco: come si chiuderá definitivamente la partita per la squadra perdente. Quella vera, va da se.

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Eventi in programma

ULTIME 24 ORE