sabato, Luglio 27, 2024
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Prete arrestato per aver molestato una ragazzina viene riassegnato alla sua parrocchia. Il padre: “Se lo incontro…”

Don Giacomo Ruggeri, il prete condannato per aver molestato una ragazzina di 12 anni su una spiaggia di Torrette di Fano nel 2012, tornerà presto a lavorare nella sua diocesi. Questa notizia ha suscitato grande indignazione e preoccupazione, in particolare nella famiglia della vittima. Il padre della ragazza, la cui vita è stata segnata dall’abuso, ha espresso pubblicamente il suo disappunto, definendo la decisione come una “enorme ingiustizia”.

Colto in flagrante mentre la molestava

Ruggeri è stato arrestato il 12 luglio 2012 mentre commetteva l’atto criminale. Condannato inizialmente a 2 anni e sei mesi di carcere, la sua pena è stata ridotta in appello a un anno, undici mesi e dieci giorni. Nonostante il crimine e la condanna, il prete è ora destinato a tornare alla sua diocesi, una decisione che il padre della vittima non può accettare.

“È una cosa che ci preoccupa e ci fa soffrire,” ha dichiarato il padre della vittima. “Da 12 anni cerchiamo, con fatica, di allontanare questo dramma. Trovo questa decisione una enorme ingiustizia. Con tutte le diocesi che ci sono in Italia, è necessario farlo venire nella nostra? Se vuole continuare a fare il sacerdote, non è meglio che lo faccia da un’altra parte?”

La famiglia della vittima è venuta a conoscenza del ritorno di Don Giacomo direttamente dal vescovo. “Lì per lì siamo rimasti allibiti,” ha spiegato il padre. “Abbiamo espresso il nostro dolore e il nostro rifiuto, ma abbiamo capito che difficilmente cambieranno idea. Così ho deciso di rendere pubblica questa situazione, sperando che la gente comprenda il nostro stato d’animo. Vivere con l’ansia perenne di poterlo incontrare o, peggio ancora, che possa incontrare mia figlia, equivale a una condanna che certo non meritiamo.”

Il padre ha sottolineato la profondità del tradimento che la sua famiglia ha subito. “Io mi fidavo ciecamente di quel prete, tanto da consentirgli di portare al mare la mia figlia, e lui ci ha traditi nel modo peggiore.”

Nonostante il trauma subito, la figlia della vittima ha cercato di ricostruire la sua vita. Dopo numerosi colloqui con magistrati e psicoterapeuti, ha scelto di non parlare più dell’accaduto con la famiglia. Ora ha un compagno che la ama ed è diventata madre di un bambino. La maternità e l’amore della sua nuova famiglia sembrano averle restituito una certa serenità. Tuttavia, la prospettiva del ritorno di Don Giacomo minaccia di destabilizzare questo fragile equilibrio.

“Non posso accettare che la nuova situazione rischi di mandare tutto in frantumi,” ha detto il padre. La decisione di riportare Don Giacomo nella diocesi rappresenta per la famiglia una riapertura delle ferite e un ulteriore peso da sopportare in una situazione già di per sé dolorosa.

La vicenda di Don Giacomo Ruggeri solleva questioni importanti sulla gestione delle condanne per abusi sessuali all’interno della Chiesa e il rispetto per le vittime e le loro famiglie. La speranza è che, rendendo pubblica la loro sofferenza, la famiglia possa ottenere il sostegno della comunità e portare a una revisione della decisione che minaccia la loro pace ritrovata.
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