sabato, Ottobre 12, 2024
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Via libera alla separazione delle carriere. Approvata la riforma, ecco cosa cambia ora

  • Angelo Stefanini Angelo Stefanini

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale relativo alla separazione delle carriere dei magistrati e all’istituzione della Corte disciplinare. L’approvazione è stata accolta con un applauso, segnando un momento significativo nella riforma del sistema giudiziario italiano. La riforma ha subito una modifica nelle ultime ore: la componente laica del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), attualmente scelta per un terzo dal Parlamento, potrebbe essere interamente nominata tramite sorteggio, estendendo così il sistema già previsto per i magistrati. Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha confermato che questa parità nell’elezione dei membri del CSM e dell’Alta Corte di Giustizia Disciplinare sarà garantita dal sorteggio, con ulteriori dettagli stabiliti da una legge ordinaria.

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Principi della riforma

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha descritto la riforma come “epocale”, basata su tre principi fondamentali: la separazione delle carriere, la composizione e l’elezione del CSM. La separazione delle carriere mira a rafforzare il principio del processo accusatorio, mentre la nuova composizione del CSM intende affrontare le critiche e gli scandali che hanno colpito l’organo di autogoverno della magistratura negli ultimi anni. La riforma introduce il sorteggio come metodo per interrompere le degenerazioni correntizie all’interno del CSM.

Nordio ha sottolineato l’importanza dell’autonomia e indipendenza della magistratura, distinguendo tra la carriera giudicante e quella requirente. La magistratura requirente manterrà la sua indipendenza da interferenze del potere esecutivo e da pressioni esterne, godendo delle stesse garanzie di indipendenza della magistratura giudicante.

Mantovano ha suggerito che non è scontato che si arrivi a un referendum sulla riforma, auspicando un confronto costruttivo in Parlamento. La riforma, sebbene approvata, è aperta ai contributi di tutte le forze parlamentari e potrebbe evitare il ricorso al referendum se raggiungesse un ampio consenso.

L’approvazione della riforma segna un passo decisivo nella trasformazione del sistema giudiziario italiano, con l’obiettivo di rendere la magistratura più efficiente e indipendente.

 

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