sabato, Luglio 27, 2024

Alle urne, alle urne

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Oggi, secondo giorno delle votazioni, si completa la prima parte dell’elezione  dei deputati al Parlamento Europeo. L’affluenza alle urne è  piuttosto e non è un particolare di poco conto.
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A caldo e con le urne ancora aperte, si può provare a tracciare una linea che colleghi i vari punti segnati su un foglio, come per quei giochi che sono contenuti nelle riviste di enigmistica. Un breve inquadramento nel tempo dell’intero contesto è più che opportuno al fine di poter trarre un manuale di “istruzioni per l’uso” del nuovo parlamento che uscirà dallo spoglio delle schede.
Quello che è stato in carica fino a ora fu eletto in un momento di relativa pace dell’umanità, fatte salve le frizioni tra quei popoli che non avevano mai tolta tutta la ruggine verso i cittadini di paesi viciniori.
La pandemia poi non stava ancora dando alcun cenno di se.
La situazione non era idilliaca ma nemmeno messa tanto male da far pensare in maniera del tutto negativa. Poi sono scoppiate le due guerre ancora in atto e la situazione della UE è radicalmente cambiata anche per il diverso atteggiamento dei paesi membri. Intanto si era verificata la cosiddetta Brexit, che ancora oggi sta creando disagi non solo oltremanica. Fin qui si può addossare il disagio degli Europei solo in parte a circostanze che hanno preso  forma direttamente dal loro  comportamento. Il riferimento va alla condotta a dir poco disonesta di parlamentari, subito allontanati dai loro scranni e costretti a dimettersi perché trovati letteralmente con le mani nel sacco.
Quanto fin qui scritto dovrebbe illuminare di ciò che, in poco più di un mese si è presentato a chi posa gli occhi sul Paese: scarsa motivazione  a seguire la campagna elettorale. In base a tale constatazione è triste ma purtroppo  vero che l’Europa Unita nella Penisola non viene ancora del tutto percepita come Casa Comune.
Si può provare ancora a confidare che il panno oscurante che copre quella costruzione alla fine dei due conflitti. Sarà così che il Sam di turno potrà provarci ancora. Nel frattempo, come spesso accade, anche questa volta il Signor Savoir Faire, ben radicato nel Paese, venerdì sera, all’Arena di Verona, tra gli altri erano presenti le più alte cariche dello Stato, il Presidente Mattarella in testa.
Hanno ascoltato le musiche eseguite dall’orchestra, tra esse brani di opere, diretta dal Maestro Riccardo Muti. Superfluo commentare lo spettacolo.
Un fuori programma è venuto fuori alla fine dello spettacolo dal Direttore. Ringraziando il pubblico per gli applausi, ha aggiunto che risultati del genere sono ottenibili solo quando gli orchestrali sono ben coordinati e accettano senza riserve le indicazioni del Direttore.
A quell’ora la campagna elettorale non era ancora chiusa, quindi il monito di Muti può essere interpretato come un appello dell’Italia che vale ai suoi rappresentanti in alto. Chi ha voluto intendere ha inteso, chi no, pazienza. Ricordando però che chi è stato causa del proprio male, ben presto piangere se stesso. Senza attenuanti.
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