Carlo Calenda, dopo il divorzio da Italia viva e la separazione da altri scegli di metterci la faccia. Ai microfoni del Tgcom spiega la motivazione di questa scelta.
Un politico con poca pretesa:
“Noi ci presenteremo con una lista – secondo me – dal punto di vista qualitativo la migliore, fatta da professionisti perchè l’Italia conta molto poco in Europa, è 25/ma su 27 nel Parlamento europeo come influenza”.
Ovviamente bisogna mandarci persone molto capaci dal punto di vista delle competenze, e con Elena Bonetti sostiene il Leader di azione saremo capaci.
Continua con l’inevitabile asserzione: “Io avevo proposto un patto ai leader per non candidarsi” …
Visto che la richiesta di Calenda non è stata accolta, il leader ha ben optato di applicare il suo suggerimento neppure a sé stesso, del resto “senza una difesa comune con un’Italia che gioca con Orban, occorre dare un’alternativa a quella molto confusa di Schlein che è quella del ‘ma anche’ dove uno lo candidi a favore dell’Ucraina e uno contro”.
Occorre dare un’alternativa chiara, liberaldemocratica: “noi andremo nel gruppo di Renew che è quello di Macron. Gli italiani giudicheranno”.
La politica italiana è un puzzle dove trovare il pezzo di inizio e quello di fine occorre attraversare decenni di inconcruenza. @redazione