sabato, Luglio 27, 2024
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Dopo Pasqua è ancora festa, però non sempre

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Appunti e spunti da Ponte di Domenico Ocone 

Che dopo Pasqua, per chi può, la vacanza continui, è noto da tempo. Quest’anno non sta andando proprio così, anzi, sembra che si sia creata una forma particolare di fobia a tutto tondo, in grado di influenzare pesantemente ogni opportunità di svago. Gli italiani si riconoscono in buona parte in tali caratterizzazioni,

Molti hanno chiuso bottega per un intervallo di qualche giorno, ma pochi hanno lasciato alle loro spalle i timori generici e diffusi apportati dai diversi eventi negativi, di ogni genere, che stanno colpendo l’umanità a largo raggio. Non vuole essere retorica lo stimolo che fa esternare tali considerazioni, è solo qualcosa di tangibile e diffusa. Non è peraltro una situazione nuova: la storia tramanda notizie di tante situazioni sgradevoli nei periodi riservati alle feste, alimentate da ogni tipo di pretesto, che le popolazioni hanno dovuto affrontare nel corso dei secoli. Si farebbe presto a concludere che, dal punto di vista del fare tesoro delle esperienze passate, poco o niente del genere si sia verificato.

Quanto appena espresso, va da se, non dovrebbe avallare una forma di assuefazione all’ imbarbarimento del costumi, che a oggi sopravvive, seminando nel mondo -in persone e cose- notevoli inconvenienti pericolosi. Dovrebbe comunque essere preso in considerazione un fenomeno consolidato e univoco, cioè che i processi di miglioramento della Terra, nei periodi di pace più o meno lunghi, hanno permesso agli uomini di realizzare importanti progetti innovativi.

Le guerre che si sono succedute hanno poi devastato buona parte di quanto era stato fatto. A tal punto l’importanza di far cessare i conflitti può essere corroborata dal far di conto, cioè di dare e avere. Ciò che lascia perplessi è l’incontrovertibiltà che tali eventi negativi siano aborti che vengono alla luce inutilmente, frutto di pura follia. Se si volesse fare un paragone con gli studi di fisica, al pianeta come descritto sarebbe di valido raffronto un modo di agire che si concreta sempre più di rado. È quello con le macchine che consumano energia in quantità maggiore di quella prodotta.

Non se ne viene a capo facilmente anche ora che l’Intelligenza Artificiale, comincia a tenere a balia attività vitali. Le stesse che nel campo delle molte creazioni dell’ingegno sono già funzionanti o che si accingono a farlo. Sembrerà strano, ma è un approccio vero e proprio improntato a sani principi di convenienza. Per non mandare segnali di resa all’ineluttabile, potrebbe valere l’affermazione, mai smentita del Maestro Manzi:”non è mai troppo tardi”.

È tutt’ora più che valida, anche nell’epoca dell’A.I..

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