sabato, Maggio 18, 2024
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L’IMPORTANZA DI ASCOLTARE L’ANIMA; INTERVISTA A ENRICO FRANDINO

Nato a Mosso, in provincia di Biella, Enrico Frandino è uno scrittore: ha pubblicato svariate sillogi poetiche.
Dall’anno 2004, si fa conoscere nel panorama internazionale della poesia, grazie a un successo di vendite pari a dodicimila copie di libri, presentati in Italia, e in Europa, presso luoghi prestigiosi, come Capri e Taormina. Nel 2006, ha pubblicato “Le voci del silenzio”, attraverso il quale diviene “poeta dell’anno” nel 2007, riconoscimento attribuitogli da una giuria internazionale, composta da poeti italiani, israeliani, e cinesi. Successivamente, ha pubblicato il libro “Momenti”, che rappresenta un’opera di transizione verso nuove esperienze, anche nel campo delle collaborazioni con artisti di vari ambiti, che lo accompagnano in performance tratte proprio da questo progetto editoriale.
Frandino ha vinto più di cento concorsi internazionali, collabora con accademie e istituzioni culturali prestigiose, che lo ospitano in vari convegni. Collabora, inoltre, con molti musicisti per la scrittura di testi.

Lei scrive sin da ragazzino. Ha cominciato a quindici anni. Qual è stato l’input propulsivo?

“L’input propulsivo è stato il sentimento, che ha sempre albergato in me, sin da bambino. Sono sempre stato un bambino molto ‘difficile’, solitario, introverso. Amavo stare spesso da solo: la sera mi recavo in un luogo dove vi era un bellissimo prato, prendevo in mano un fiore, e guardavo il cielo, le stelle. Ho citato queste parole in una mia poesia, una delle prime, intitolata “Quindici anni”. In quel cielo, riponevo tutte le speranze, che attualmente non ho più. Successivamente, passo dopo passo, sono stati sviscerati tutti gli altri temi, di cui mi occupo, ad oggi”.

È stato definito “poeta dell’anima”. Cosa significa, per lei, ascoltare la propria anima e quella altrui, e in che modo, oggi, è possibile, soprattutto con l’avvento dell’intelligenza artificiale, evidenziare le emozioni?

Sono stato definito ‘poeta dell’anima ‘ da un bravo giornalista, che, nell’anno 2004, quando ho pubblicato il mio libro “Pittore dell’anima”, ha iniziato a scrivere di me.  Si tratta di Corrado Bianchetto. A lui devo tanto. Anche lui era un poeta. Nel 2006 è venuto a mancare tragicamente. Lo cito in tutti i miei eventi. È un angelo che continua ad accompagnarmi nel mio percorso. “Poeta dell’anima” è colui che vive di poesia: la mia vita è una poesia. Ho messo in campo vari spettacoli, denominati “Se la vita mia fosse poesia”, proprio perché io vivo ogni giorno lo stupore della poesia: sia la bellezza, che il negativo, la tristezza, la sofferenza. Ritengo che sia importante sapersi ascoltare, in tutte le sfaccettature interiori. Oggi non ci si ascolta più, ci si affida agli strumenti digitali: addirittura si pensa già alla poesia composta dall’intelligenza artificiale. Tutto questo è spaventoso. L’intelligenza artificiale non ha un’anima. L’anima nasce con noi esseri umani, di conseguenza è assurdo pensare di poter sostituirla. È importante focalizzarsi con forza sulla profondità emozionale, e sulla vita vera”.

Ha collaborato con musicisti di calibro internazionale: quale testo, di cui è autore, ricorda con maggiore emozione?

“Il testo che ricordo con maggiore emozione è “Cerco un sogno”, che ha partecipato alle selezioni per Sanremo Giovani. Ho collaborato con moltissimi musicisti. Di recente, ho collaborato con un rapper trentino, molto bravo. La musica è un altro messaggio molto importante nella mia poesia, così come il teatro, e l’arte, nella sua totalità. La musica va oltre le parole, oltre la negatività degli uomini, tocca l’anima, l’ascolto interiore. Io vivo di musica, la amo in tutti i suoi generi. In questo periodo storico così complesso, la musica ci manda un messaggio di pace, che unisce i cuori”.

Attualmente coordina un interessante format, denominato “Mosaico- Scenari di cultura”, in onda su Radio Roma. Quali sono i progetti prevalenti di questo programma, e quanto è soddisfatto di questa iniziativa?

“La mia soddisfazione è immensa. Collaboro con Eleonora Pezzella, che è una co-conduttrice straordinaria. Il programma è nato dopo alcune mie ospitate in un’altra trasmissione di Radio Roma.
Mosaico è un progetto con molti eventi in previsione. L’obiettivo prevalente è quello di evidenziare le arti. Quando inizio a parlare, in trasmissione, dico spesso “Allacciamo le cinture, e iniziamo questo viaggio”. In effetti, si tratta di un viaggio emozionante, nella musica, nel teatro, nell’arte, nella poesia, negli studi umanistici, nella psicologia (…). L’eccellenza: tutto ciò che conduce all’ascolto dell’anima. Questo è “Mosaico- Scenari di cultura”.

Lei parla molto spesso di bellezza, intesa nel senso esteso del termine. Attraverso la divulgazione, tenta costantemente di avvicinare i giovani all’importanza di questo tema. La bellezza può ancora salvare il mondo?

Io sono un inguaribile ottimista. Sono positivo, lo sono sempre stato nella mia vita, anche nei momenti più difficili, che sono stati tantissimi. La bellezza salverà il mondo. Bisogna solo educare le nuove generazioni- e non solo- allo stupore. Negli ultimi tempi non ci si stupisce più. È importante riflettere, anche se la frenesia ce lo impedisce. È importante rendersi conto di ciò che si dice, di ciò che si fa. L’arte costringe a fermarci a osservare: guardare un quadro, per esempio, è un trasporto, dell’anima, del cuore. Nel secolo scorso fu citata una frase meravigliosa: La poesia salverà il mondo”.

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