A 100 anni dalla nascita di Marlon Brando, che con il suo sguardo magnetico ha fatto battere cuori a ben più di una generazione, apriamo gli archivi e passiamo in rassegna gli elementi caratteristici della sua travolgente bellezza, dal grooming impomatato quanto basta (oggi attualissimo) al sorriso perfetto e a quel naso, invece, imperfetto che gli ha fatto fare l’upgrade in fascino.

Il 3 aprile 1924, a Omaha in Nebraska, nasceva Marlon Brando, destinato a diventare uno dei più grandi attori della storia del cinema, oltre che super sex symbol, of course. E il suo fascino, a 100 anni dalla nascita e a 20 dalla scomparsa (avvenuta nel 2004 a Los Angeles a causa di un enfisema polmonare), non si affievolisce. Del resto, la rivista Time lo ha inserito tra i 100 personaggi più influenti del secolo scorso, unico attore insieme a Charlie Chaplin e Marilyn Monroe.

Vincitore di due Premi Oscar (per Un tram che si chiama Desiderio e Il Padrino), tre mogli, 12 figli (e tre adottati) e innumerevoli amanti (tra i suoi flirt Ursula Andress, Grace Kelly, Marlene Dietrich, Rita Hayworth, Édith Piaf, Ava Gardner, Ingrid Bergman e Marilyn Monroe), Marlon Brando ha incarnato per anni il concetto stesso di sensualità maschile col fascino ribelle che ha caratterizzato non solo molti dei suoi personaggi, ma anche la sua stessa vita.

Un fascino eterno, estremamente cool, che non passa di moda. Una personalità forte sostenuta, infatti, anche dalla sua bellezza, che rapì il pubblico dei cinema per molti anni e che lo fece imporre come vera e propria icona di riferimento della sua epoca: quel taglio di capelli impeccabile, quel sorriso perfetto da batticuore istantaneo, un fisico muscoloso e scattante dai bicipiti che hanno di certo contribuito a rendere la T-shirt bianca, considerata prima di lui un indumento intimo, un capo iconico per l’abbigliamento maschile, anche alquanto sensuale. In quanto a coolness, non facciamo una scoperta nel dire che il divo dà sempre una pista a tutti tanto che le sue beauty lesson sono intramontabili e molto attuali, proprio come il suo appeal. Ecco, di seguito, le prove.

La chioma, riferimento per hairlook maschili (ieri, oggi e domani)

Marlon Brando non è solo biker jacket, derby stringate, jeans e, naturalmente T-shirt bianche. Marlo Brando è effettivamente anche la sua chioma. Che appaia ben pettinato o con i capelli un po’ indisciplinati, l’acconciatura con la riga laterale dell’attore americano è uno dei momenti più belli nella storia del grooming ed è facilmente realizzabile praticamente da chiunque: «Il look di Marlon Brando più iconico è senza dubbio quello che sfoggia in Un tram chiamato desiderio. Si tratta di un taglio graduato classico, un look senza tempo, che ancora oggi ispira molti uomini che cercano di catturare quell’aura di ribellione e fascino», spiega Andrea Galluccio, Barber di Barberino’s.

Marlon Brando nel film Un tram che si chiama Desiderio. Foto Getty

Marlon Brando nel film Un tram che si chiama Desiderio. Foto Getty

Un hairlook oggi anche in voga, sfoggiato ad esempio da Mahmood all’ultimo Festival di Sanremo: «Per attualizzarlo consiglio di giocare con le lunghezze e le texture. Il punto di partenza ideale è un taglio corto sui lati e sul retro della testa, con una lunghezza extra sulla parte superiore. La chiave per ottenere l’aspetto distintivo di Marlon Brando è la texture selvaggia e scompigliata. Utilizzando prodotti come la mousse o la cera e asciugando i capelli con un diffusore, si può ottenere quell’effetto scompigliato che tanto caratterizzava il suo look. Anche se il look del divo sembra spontaneo, richiede comunque un certo grado di cura e attenzione per mantenerlo al meglio. In definitiva, il suo stile è ancora oggi un’ottima fonte di ispirazione per gli uomini che cercano un look che sia al tempo stesso ribelle e raffinato».

Marlon Brando bellezza 100 anniversario

Marlon Brando ieri. Foto Getty

Il «difetto» che regala personalità

Marlon Brando, massima ed invidiata espressione di fascino e bellezza maschili, viveva la perfezione del suo profilo come una condanna. Pensava che il naso impeccabilmente diritto, non possedesse l’espressività indispensabile alle ambizioni di un attore. Appassionato di boxe, durante le pause delle riprese di Un tram che si chiama Desiderio, era solito incrociare i guantoni con un membro della troupe che aveva un passato come pugile e che un giorno, con un pugno ben assestato, gli ruppe il naso.

Marlon Brando. Foto Getty

Marlon Brando. Foto Getty

L’attore però, una volta al pronto soccorso ma non volle rimettere a posto il setto nasale. Irene Selznick, produttrice della pellicola, dirà dopo molti anni: « Onestamente penso che Marlon abbia fatto bene. Prima era un bel ragazzo. Con il naso rotto era diventato un uomo sexy».

Un sorriso brillante e un volto sbarbato

Ribelle nel Dna, Marlon Brando alimentava il suo magnetismo con un sorriso luminoso (che gli fu scolorito peer interpretare Don Vito Corleone nel Il Padrino) di cui si prendeva molta cura, e un viso sbarbato e pulito. Un effetto da bravo ragazzo impeccabile che si scontrava con la sua natura da bello e maledetto.

Marlon Brando. Foto Getty

Marlon Brando. Foto Getty

Parliamo di uno stile che sta tornando sempre di più in voga. Non solo tra i giovanissimi. Importante è coronare il tutto con un buon after shave per alleviare le eventuali irritazioni della pelle. Un look che si addice a chi ama tagli di capelli morbidi e naturali, che compensano l’assenza di barba.

La boxe per tenersi in forma, dentro e fuori dal set

Marlon Brando non era particolarmente alto (175 cm), ma è stato un pugile in gioventù, sport che gli ha regalato un fisico muscoloso e una corporatura possente. Più tardi nella vita è diventato obeso, come sappiamo, ma fino all’età di circa cinquant’anni era ancora molto in forma. Anche se il suo fisico oggi appare nella norma, il suo accenno di addominali scolpiti è stato una sorta di novità per gli anni ’50.

Marlon Brando. Foto Getty

Marlon Brando. Foto Getty

Sappiamo che prima delle riprese di Un Tram chiamato desiderio, il piano di allenamento dell’attore prevedeva, oltre la boxe, ripetizioni di flessioni e crunch.