Il 3 aprile del 1897 moriva a Vienna il compositore tedesco Johannes Brahms (1833-1897). Iniziato alla musica dal padre, musicista dilettante, rivelò presto un talento musicale naturale: precoce e attirato da tutti gli strumenti, cominciò a studiare pianoforte a sette anni. Nel 1853 ebbe alcuni incontri estremamente significativi per la sua vita artistica, primo fra tutti quello con il grande violinista Joseph Joachim che lo introdusse in casa Schumann che lo considerò immediatamente e senza riserve un genio, e lo indicò nella sua Neue Zeitschrift für Musik (una rivista musicale fondata a Lipsia da Schumann stesso) come il musicista del futuro; Brahms, per parte sua, considerò Schumann il suo unico e vero maestro, restandogli vicino con devozione fino alla morte. Il legame con la moglie Clara Wieck Schumann durò fino alla morte di lei: Brahms le sopravvisse meno di un anno. La produzione di questo gigante della musica occidentale abbraccia tantissimi generi: le meravigliose quattro sinfonie, il celebre concerto per violino ed orchestra, tantissima musica da camera con capolavori assoluti tra quartetti, quintetti e sonate per strumento solista. Uno dei più grandi geni della musica occidentale! Alla continua ricerca di perfezione stilistica, Brahms fu assai lento nello scrivere e soprattutto nel pubblicare ed eseguire le proprie opere, o almeno quelle che egli considerava importanti. La sua Prima sinfonia (che von Bülow definì “la Decima di Beethoven”) ebbe la prima esecuzione solo nel 1876, a Karlsruhe: il maestro aveva già 43 anni e viveva di musica praticamente da sempre. I critici dell’epoca indicarono in Brahms l’antagonista della “musica avveniristica” wagneriana. Il secondo romanticismo musicale tedesco, turbato dal titanismo estremo di Richard Wagner è invece attraversato da una profonda intimità in Brahms, nel quale la severa continuità con la tradizione classica si armonizza con il ricorso ad accenti romantici. Brahms seppe fondere rigore contrappuntistico e completa adesione alla forma classica ad uno spirito profondamente romantico che si manifesta nel magnifico colore orchestrale, nell’inesauribile invenzione melodica e in straordinarie sovrapposizioni ritmiche.