sabato, Maggio 18, 2024
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Von der Leyen e Bourla convocati in Procura: tremano Ue e Pfizer. Cosa sta succedendo?

di Gabriele Angelini

La notizia, come sempre quando si tratta di queste cose, non ha trovato posto nei media italiani. Eppure è potenzialmente un bomba: il Tribunale di Liegi ha convocato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, per il prossimo 17maggio per rispondere dei quattro capi d’imputazione di cui sono accusati: corruzione, conflitto d’interessi, interferenza nelle funzioni pubbliche e distruzione di documenti (i famosi sms spariti, che i due si erano scambiati per negoziare il prezzo dei vaccini anti Covid). È la vicenda del cosiddetto Pfizergate. Purtroppo, però, come riferisce Maddalena Loy su LaVerità, è altamente improbabile che i due si presenteranno. Lo pensa anche Frédéric Baldan, il lobbista belga che ha dato il via all’inchiesta: “Quando il Parlamento li ha convocati non sono venuti, ora che anche il tribunale penale li convoca, non vengono, ma se devono andare a Davos prendono un aereo privato e bevono champagne insieme… È un brutto colpo per la loro immagine”. Secondo Baldan la loro assenza darà la dimostrazione del fatto che “non hanno alcun rispetto per le istituzioni”

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L’udienza del 17 maggio stabilirà se dovranno essere i pubblici ministeri belgi o, invece, la Procura europea ad avere la competenza di continuare l’indagine Pfizergate. Tutto nasce dalla rivelazione che fece il New York Times nell’aprile 2021, quando aprì il caso rivelando che Von der Leyen aveva negoziato con Bourla un contratto da 1,8 miliardi di dosi di vaccino con sms privati. La Commissione europea si è finora sempre rifiutata di rendere pubblici questi messaggi. Per questo la Procura europea ha poi dovuto aprire un’indagine. Nell’aprile 2023, Baldan ha intentato causa contro Von der Leyen davanti al Tribunale di Liegi. Intanto, però, la Procura Europea sta facendo di tutto per “sottrarre” al tribunale belga l’inchiesta. Il sospetto è che in questo modo, rispondendo essa stessa all’Ue, poss “proteggere” quello che è stato fatto.

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maggio, dunque, il tribunale belga valuterà se la richiesta della Procura Europea di “impossessarsi dell’inchiesta” sia lecita. Come rivela Maddalena Loy citando fonti vicine alle toghe di Liegi, sembra però che il giudice belga non sarebbe d’accordo al passaggio di consegne. I Trattati prevedono che le competenze penali debbano restare nazionali, anche perché non esiste un codice penale europeo, “ma se la Procura Ue riuscisse a sottrarre il caso alla giustizia belga, i calici di champagne si alzerebbero non tanto a Davos quanto direttamente a Bruxelles”.

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