martedì, Maggio 14, 2024
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AUTENTICITA’ E INTENSITA’ EMOTIVA; MENCARELLI: “L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE? I RISCHI FUTURI SARANNO IRREVERSIBILI”

Poeta e narratore, Daniele Mencarelli nasce a Roma, e vive ad Ariccia.
Ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie nell’anno 2001, intitolata “I giorni condivisi”, edita da “clanDestino”. Successivamente, svariate sono state le sue raccolte poetiche che hanno riscosso un gran successo, oltre ai romanzi, tra i quali “Sempre tornare”, per il quale ha vinto il premio Flaiano per la narrativa, e “Tutto chiede salvezza”, dal quale è stata tratta una serie televisiva.
Attraverso i suoi libri, Mencarelli dona ai lettori la possibilità di guardare le cose da una prospettiva nuova, rivoluzionaria.

Le tematiche della sua poetica si focalizzano sul rapporto con la realtà, sui grandi interrogativi dell’esistenza, e tant’altro. L’autenticità che scaturisce dalla poesia può esortare gli altri a essere veri?

“Spesso, quando si parla di originalità, relativamente a un testo, non ci si riferisce alla ‘novità’, ma proprio all’autenticità, all’onestà: tutto questo, per me, è bellezza.
Esistono autori che non avvertono il bisogno di vivere l’intensità, che si può raggiungere attraverso la scrittura, e altri che, invece, sentono dentro di sé l’urgenza di sentirla. La scrittura, come qualsiasi affermazione di un talento, è qualcosa che sfugge a una regola, a un metro. Ritengo che sia importantissimo che l’opera risulti ‘vera’ soprattutto a chi la legge, e che, di conseguenza, la finisce: un’opera inizia da chi la scrive, ma finisce con chi la legge. Questo confronto diventa profondissimo”.

Nel 2018 ha pubblicato un romanzo intitolato “La casa degli sguardi”, che ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui il Premio Severino Cesari (prima edizione), il Premio Volponi (XV edizione), e il Premio John Fante opera prima. Un gran successo: quali sono state le sue emozioni prevalenti?

“Questo romanzo è nato dalla volontà di focalizzarmi sui grandi temi dell’esistenza, partendo dal rapporto con la morte, la vita, il tempo, il dolore, la nostalgia di Dio, l’assenza, la mancanza (…) Queste tematiche “arrivano” a tutti, toccano il cuore, anche a coloro che appaiono disinteressati. Negli ultimi tempi ho incontrato, con grande emozione, più di centomila ragazzi, soprattutto nelle scuole superiori, e mi sono reso conto che questo momento storico rappresenta una grande necessità di tornare ai temi dell’esistenza, di riflettere profondamente su di essi. Ritengo che sia importante ‘alfabetizzare’ alla vita, attraverso le chiavi che aprono questo argomento, a partire dalla poesia. I feedback relativi ai miei libri, ricevuti dai ragazzi, sono stati meravigliosi”.

Ha dichiarato che, da ragazzino, ha vissuto vari momenti difficili, che l’hanno indotta all’abuso di droghe e alcol. La scrittura è stata per lei un mezzo esplicativo potente, per proiettare al mondo la sua salvezza, creando un confronto proficuo.

Nel momento in cui ho preso in considerazione la mia biografia, come offerta letteraria, come spunto per raccontarmi attraverso i miei romanzi, ho auspicato che il mio percorso di salvezza esistenziale potesse diventare un aiuto, un momento di sostegno, per chi naviga nelle stesse acque, per chi attraversa un momento simile. Ritengo che la scrittura non salvi molto chi la produce, ma che provochi autoconoscenza, rivelazione, e sollievo in chi legge. Diviene, dunque, un momento fondamentale di ‘attraversamento’, di purificazione”.

Si parla tanto di intelligenza artificiale: cosa ne pensa?

“Si tratta di un tema preoccupante. Io faccio sempre un esempio, ai ragazzi, per ricollegarmi ai social network: un bisturi, in mano a un chirurgo, salva una vita, ma in mano a un bambino, inconsapevole della portata dello strumento, diventa un’arma mortale. Questo è il problema che accomuna le nuove tecnologie. Un social network- esattamente come l’intelligenza artificiale- se utilizzato bene, mirato a scopi lodevoli, può essere di grande aiuto. La modernità insegna che quando l’uomo scopre qualcosa, inizialmente fa di quella scoperta un uso sbagliato, di certo non benigno: a mio avviso, i vari rischi, per il futuro, saranno irreversibili. Di recente ho guardato ‘Oppenheimer’: il film si basa sulla creazione della prima bomba atomica, mostrando il paradosso dell’enigmatico uomo, che per salvare il mondo è costretto a metterlo a rischio. Ho riflettuto tantissimo”.

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