Il voto dei giovanissimi, si sa, ha sempre (o quasi) premiato la sinistra. Ma quello che salta all’occhio analizzando le preferenze espresse dagli studenti fuori sede è un risultato che fa pensare. Perché la sinistra e i Verdi raccolgono il 66% dei consensi. Aggiungiamo Stati Uniti d’Europa e si arriva al 74%. I 5Stelle si fermano al 7,84%, mentre il centrodestra viene votato dal 6%. Certo, sono dati riferiti solo agli studenti fuori sede. Ma fanno pensare. Il martellamento green ha ottenuto l’effetto sperato: l’alleanza fra Verdi e Sinistra raggiunge il clamoroso risultato del 40,35%. Mentre il Pd prende il 25,47% e Azione di Calenda, un po’ a sorpresa, il 10,21%. Fratelli d’Italia invece si ferma al 3,37%. Sorge spontanea una domanda: quando gli studenti si troveranno a dover pagare le folli spese previste dal green deal europeo sulle case, saranno sempre della stessa idea? Si sa, quando si passa dalla teoria alla realtà le cose spesso cambiano. E anche l’assottigliamento dei risparmi delle famiglie, che sinora ha fatto da cuscinetto, metterà gli eco-entusiasti di fronte a una realtà che forse non possono ancora immaginare.
Anche allargando il campione agli elettori a una fascia compresa fra i 18 e i 29 anni, i dati premiano il Pd e il connubio Verdi-Sinistra. Il partito della Schlein risulta il più votato con il 18% contro il 17% dei 5Stelle, che reggono al Sud, e appunto AVS con il 16%. FdI si piazza al quarto posto con il 14%. O perlomeno sono i risultati di un Instant Poll realizzato da Youtrend per SkyTg 24. Che si dipana per il 9% di Forza Italia, il 7% di Stati Uniti d’Europa, il 6% di Azione e il 5% della Lega. Questi dati potrebbero rappresentare una finestra sul futuro oppure, chissà, uno spaccato di una generazione che non è ancora entrata appieno nel tritacarne delle spese necessarie per vivere. Un altra chiave di lettura è data dall’insistenza, soprattutto da parte del Pd, per l’introduzione del salario minimo, un tema molto sentito all’interno delle nuove generazioni. Come d’altronde è inevitabile in un Paese in cui i salari, anziché aumentare, negli ultimi 20 anni sono diminuiti. Anche su questi temi si giocheranno le dinamiche della politica futura. Perlomeno fra chi deciderà di andare a votare e non seguirà le sirene di un astensionismo di massa che, a sua volta, è preoccupante. Perché è un segno di impotenza e di perdita di speranze che non si può ignorare.