venerdì, Maggio 17, 2024
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Intervista Anna Petrone&Paola Landi

Nella società occidentale contemporanea l’importanza del concetto di “luce” è stato protagonista di notevoli mutazioni. Se solo pensiamo ai fatti accaduti negli ultimi anni dal Covid -19, alla guerra in Ucraina e a Gaza, alle morti nel Mediterraneo, ai conflitti in diversi parti del mondo tutto assume un “volto” con incertezze ed ombre. Tangibili cambiamenti che hanno portato anche ad una percezione del mondo degli artisti, operatori delle arti e della comunicazione, sociologi, medici e politici a catturare e modificare il loro modo di individuare la fragilità dell’essere umano. 

La rubrica #LIGHT AND #FACE torna con l’intento di raccontare, mostrare, trasmettere il modo in cui è cambiato lo sguardo di chi fa delle arti, della politica e della sanità uno strumento per dare vita e potere al nuovo senso dell’umanità. 

Per l’occasione della Giornata internazionale della donna, abbiamo intervistato due DONNE, con un legame non solo sociale ma soprattutto di grande amicizia; età differenti, studi differenti ma con la stessa passione in comune, la politica.

Del resto le donne che hanno segnato la storia della politica non sono tantissime, anche se oggi abbiamo donne che ricoprono cariche di rilievo.

La politica, inoltre, e’ da sempre lo specchio in cui si riflette o si palesa la storia. 

Un “messaggio trasmesso” a cui viene data espressione ogni qualvolta che accade un ‘evento e si cattura la luce o il disagio di un popolo. 

L’evento dell’8 marzo è una fotografia che non sbiadisce negli anni, ha una storia che torna alla “luce” sulle “facce” e nella mente di tutti noi, ogni anno, quando ci si unisce per ricordare quelle protagoniste di una tragedia accaduta nel marzo del 1911. Le operaie dell’industria tessile della Triangle Shirtwaist Company di New York, rimasero uccise da un incendio.

Del resto, il tempo trascorre ma l’essere donna è ciò che rende unica ognuna di noi e che rende unica la nostra vita, uniche le nostre scelte.

Anna Petrone 

Una donna unica che fa del suo essere un elemento di forza per i più fragili.

Anna è una donna salernitana. Dottoressa in sociologia, con perfezionamento post-laurea in sociologia sanitaria. Impegnata da sempre e in prima persona in attività di volontariato nel settore dei diritti delle persone con disabilità.

La sua storia cattura l’attenzione per la sua delicatezza nell’essere vicina a chi è fragile.

Il suo ruolo politico l’ha vista coinvolta in diverse battaglie a favore delle donne. Un curriculum che la mette sul podio tra le politiche più attive del territorio salernitano.

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Già componente della Consulta del Volontariato della Provincia di Salerno e della Commissione provinciale Pari Opportunità. Iscritta ai DS, nel 2007 è stata eletta nell’assemblea costituente del PD. Eletta nel Consiglio regionale della Campania nel 2010, nella lista del PD con 14.613 voti. Già candidata dal PD al parlamento europeo, nel 2014 ha ricevuto 71.883 preferenze. Dal 2017 è Consigliera di Parità effettiva della Provincia di Salerno. Investita di diverse cariche che le consentono di portare ovunque il suo messaggio.

Anna è un esempio del coraggio di donna che presta il volto non solo alle donne ma è una luce per i tanti che si vedono intrappolati in quel mondo distratto dalla normalità.

Da dove nasce la sua passione per la politica?

   “La mia passione per la politica nasce dalla vita associativa; ero esponente nazionale di assicurazioni di persona con disabilità e spesso mi recavo presso i vari ministeri per interloquire su proposte di legge che potessero migliorare la qualità di vita delle famiglie e della persona con disabilità. Lì capivo che era importante avere giusti riferimenti per questo decisi di proporre la mia candidatura alle regionali 2010 anche se da sempre sono stata nel partito democratico”.

Nel suo ruolo di politico e sociologa, secondo Lei come è percepito il ruolo della donna nella nostra società contemporanea?

    “Si deve dire che si è fatto tanto negli ultimi anni riguardo le politiche al femminile. Purtroppo non è abbastanza; come non basta avere una presidente del Consiglio donna o un Capo dell’opposizione donna; deve cambiare il paradigma poiché si percepisce la donna ancora come una figura fragile; infatti il numero di donne in posti strategici è ancora basso”. 

Le sue battaglie la vedono sempre in prima linea a difendere i diritti delle donne e delle persone con disabilità; secondo la sua esperienza quanto i mezzi di comunicazione stanno contribuendo a sensibilizzare o viceversa quanto poco stanno facendo? 

   “Oggi la comunicazione aiuta tanto perché riusciamo a raggiungere tutti in tempi brevi. Però credo sia opportuno parlare meno di delitti e forme di violenza verso i più deboli. Bisogna raccontare anche storie positive aiuterebbe soprattutto i giovani a comprendere l’importanza di stare insieme e dei legami affettivi reali”. 

Il compito di un politico è quello di esprimere al massimo le sue idee. Con i personaggi politici che abbiamo avuto e che abbiamo nel nostro governo crede che basti un’idea per fare grande un Paese oppure occorre studiare per comprendere l’evoluzione di una società? 

    “Il problema della classe politica attuale è quello di parlare alla pancia delle persone senza mantenere fede a ciò che viene promesso; questo ha creato delusione ed ha allontanato molto i cittadini dalla politica; forse anche generato un disagio sociale dove viene meno la figura o il ruolo istituzionale ancora prima di quello politico”.

Il “volto” della società è cambiato con esso l’approccio verso gli altri; Lei come è cambiata oppure come è rimasta fedele al suo modo di guardare il mondo? Che tipo di sogno o obiettivo ha nel cassetto per trasmettere il suo messaggio? 

   “Il mio modo di fare politica credo non sia cambiato; nella sostanza forse nella forma sì, poiché quando non si ricoprono più ruoli istituzionali diventa difficile dare risposte concrete. Non ho sogni nel cassetto ma spero di poter contribuire sempre alla costruzione di una società più giusta che metta al centro la persona e garantisca pari opportunità per tutti”.

Paola Landi 

Un neurologo con le redini di un ideale fatto di umanità.

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Un medico specialista in Neurologia residente in Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. Negli anni scorsi a svolto un ruolo attivo nell’ambito del consiglio comunale della sua città; oggi è un moderatore degli ideali democratici. Una donna di straordinaria dolcezza che la vede sempre in prima linea a difendere le donne e i diritti umani. Vicina ai suoi pazienti come ai suoi elettori con il supporto della sua deliziosa famiglia.

La dottoressa è un ‘volto’ che emana la ‘luce’ della grazia di cui forse è tempo di ritrovare come popolo come classe politica.

Quando ha deciso di studiare medicina ma soprattutto da dove nasce la sua passione per la politica? 

   “Fin da piccola ho sempre sentito un legame forte verso la medicina è il motivo per cui negli anni ho deciso di intraprendere questa carriera. Anche se un’altra passione mi ha sempre accompagnato era la ‘fisioterapia’, un modo per aiutare i disabili, ma dopo un tentativo con i test di ingresso andato male, decisi di dedicarmi alla mente umana, senza trascurare il mio desiderio di aiutare persone con disabilità”.

Nel suo ruolo di medico neurologo, secondo Lei come è percepito il ruolo della donna nella nostra società contemporanea?

   “Nella mia esperienza di medico specialista in neurologia vedo che alle donne viene sempre affidato il compito di accudire e seguire pazienti con patologie anche gravi quali malattie neurologiche degenerative (Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Multipla ed altre) o persone con altri tipi di disabilità. Le donne quindi hanno sempre doppi, tripli carichi di lavoro e ciò non è adeguatamente riconosciuto”. 

Le sue battaglie la vedono sempre in prima linea a difendere i diritti delle donne e delle persone con disabilità; secondo la sua esperienza quanto i mezzi di comunicazione stanno contribuendo a sensibilizzare o viceversa quanto poco stanno facendo?

   “Credo che ciò che si fa per sensibilizzare non è mai abbastanza: purtroppo. Si dovrebbe cercare di creare sempre più delle reti tra operatori sociali, sanitari, scolastici, famiglie che siano unite da un unico obiettivo e avere i mezzi di comunicazione più propensi a raccontare e a sostenere battaglie positive per i diritti umani”.

Il compito di un medico di curare e rassicurare mentre un politico di trasmettere o diffondere un idea. Con i personaggi politici che abbiamo avuto e che abbiamo nel nostro governo crede che basti un’idea per fare grande un Paese oppure occorre studiare per comprendere l’evoluzione di una società?  

   “Le idee o meglio gli ideali sono sicuramente un faro che dovrebbe guidare l’operato di chi governa ma è necessario sempre studiare, impegnarsi con conoscenza e serietà e non smettere mai di osservare la realtà senza allontanarsene, anche perché, in questo mondo contemporaneo con questo avanzamento tecnologico c’è sempre questo pericolo”.

Il “volto” della società è cambiato con esso l’approccio verso gli altri; Lei come è cambiata oppure è rimasta fedele al suo modo di guardare il mondo? Che tipo di sogno o obiettivo ha nel cassetto per trasmettere il suo messaggio? 

   “La società è cambiata, è cambiato profondamente il modo di comunicare, i social e tutte le modalità comunicative possono essere molto utili, come accennavo, possono anche creare confusione e far diminuire le capacità di approfondire e conoscere davvero le cose reali. Io cerco come medico e politico di conservare sempre la mia naturale capacità di comunicare con le persone; forse il mio sogno è stato sempre e resterà, ora forse ancor di più, quello che tutti riescano sempre a prestare attenzione alle persone, a rispettarle in tutti i loro aspetti, le loro disabilità, in tutti i contesti, nessuno escluso”.

Due donne, Anna&Paola, che tracciano con le loro esperienze la società che viviamo e il senso di attesa di una politica più propensa a fare che a ‘Slogheggiare’.

 

 

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