La preparazione del prossimo G7 in Puglia sta mostrando giorno dopo giorno il suo nuovo aspetto, più coinvolgente. Della partecipazione di Francesco, prima volta per un papa a intervenire in quel consesso, è stato già esposto. Altri compresi nella definizione di invitati devono intendersi per la quasi totalità i paesi del “Terzo Mondo”, più specificamente del Continente Antico, l’Africa.
La Presidente pro tempore di quell’organismo comunitario, la Premier Meloni, ha ritenuto opportuno (Piano Mattei, ndr!) coinvolgere nella prossima sessione di quel gruppo, che si riunirà dal 15 al 17 giugno In provincia di Brindisi, anche alcuni paesi del Continente Nero. È evidente che la Signora Primo Ministro voglia continuare a cavalcare l’onda lunga del summit tenuto alla fine dello scorso gennaio a Roma.
L’evento andò secondo i desiderata dei padroni di casa, Mattarella e Meloni, nonchè il gruppo dei ministri che si occupano da vicino dei problemi energetici e dei loro risvolti, sia economici che finanziari. In tutto a inizio anno, furono coinvolti e ricevuti a Roma circa 50 rappresentanze tra paesi e organizzazioni governative con uno scopo preciso. È quello, condiviso anche da Bruxelles, di attivare nuove relazioni tra l’Italia e con essa la UE e i paesi dove vivono i leoni, Hic sunt leones, con tale espressione i legionari riferivano a Roma, reduci dalle conquiste fatte oltre il mare Mediterraneo.
Oggi è possibile far riferimento a quella indicazione perchè, per l’importanza dei giacimenti sotto le loro zampe, meglio piedi, si può affermare che hanno una potenza simile a quella dei felini appena indicati. In questi giorni, a Torino, è in corso una riunione del G7.
È presente una cospicua rappresentanza di quei paesi dell’altra sponda del “mare nostrum” e già questa circostanza deve essere valutata in positivo; ciò in quanto quei personaggi intervenuti ora già avranno modo di dialogare anche con gli altri Capi di Stato e le alte cariche delle realtá istituzionali che saranno presenti anche alla sessione di metá giugno. Tra di essi i paesi più industrializzati, non solo europei.
Anche fuori dal gruppo degli appartenenti a pieno titolo a quell’organismo, a Torino è presente un personaggio come Fathi Birol, direttore esecutivo della AIE, l’Agenzia Internazionale per l’Energia. Reduce da un incontro con il Professor Mario Draghi,al momento consulente della UE con l’ incarico di elaborare un piano strategico che permetta alla stessa UE di adeguarsi all’ attualità, quindi di completarsi. Quanto quel Direttore ha dichiarato ai mezzi dell’informazione è lusinghiero, soprattutto per l’Italia. Sia per quanto riguarda l’ampliamento del novero dei partners da coinvolgere nella transizione energetica, con effetti positivi anche per gli altri paesi della UE, il Presidente dell’ AIE ha pronunciato frasi di apprezzamento, soprattutto rivolte ai padroni di casa. Con il senno di poi ha definito la dipendenza ormai alle spalle dell’ Europa dalla Russia per la fornitura di gas e altri idrocarburi, un errore strategico del passato.
La dipendenza più che stretta della UE dalla fornitrice Russia, era decisamente ingiustificabile. Ma, si sa da quel di, che del senno di poi son piene le tombe.
Accanto a tale affermazione il Direttore dell’ AIE ha espresso anche una riflessione, di massima condivisibile, sull’ utilizzo dell’Energia Nucleare.
In Italia non se ne produce, ma si usa quella francese ottenuta anche con l’utilizzo di quella tecnologia. I tempi sono passati e di pari passo si sono evolute certe tecnologie. Non farebbe certamente male a nessuno se il Governo prendesse in considerazione la verifica della maggior sicurezza delle centrali attuali rispetto a quelle costruite nella seconda metà del secolo scorso.
Anche per esorcizzare definitivamente il dubbio che quella atomica non sia un’ energia pulita, per di pìù “cattiva”.