Franco Basaglia è la chiusura dei manicomi
Nella società perfetta, l’individuo viene considerato accettabile solo se rispecchia un canone preciso.
L’uomo è sano, infatti, quando è all’altezza dei compiti che la società gli assegna. Tuttavia, l’individuo relativamente sano, è colui che non manifesta nessuna nevrosi, psicosi o sintomo psicosomatico.
Si ritiene sano anche se sul piano socialmente rilevante non ci sono atti di alcolismo, omicidi e disperazione.
In relazione al concetto di follia, la medicina e la psicanalisi hanno continuato a ricercare o in molti casi ad abbandonare l’idea che il folle o il matto fossero solo un peso o semplicemente dei soggetti da isolare o da privare della forma psico-fisica.
A sostenere questa tesi in Italia fu lo psichiatra Franco Basaglia, il quale ritenne che il paziente andasse curato e non più privato della sua dignità come accadeva nei manicomi.
Iniziò a diffondersi l’idea della necessità di porre l’accento sulla persona, restituendogli centralità: dare rispettabilità ai malati psichici ha contribuito a riconoscerli come persone a tutti gli effetti.
Franco Basaglia (1924-1980), infatti, è considerato innovatore in quanto definì con grande vigore polemico la malattia e il suo doppio: al disturbo mentale originario si aggiungeva la malattia istituzionale, che derivava dalla lunga degenza e dalle condizioni di vita all’interno del manicomio; in altre parole l’istituzione, che avrebbe dovuto curare, finiva in realtà per peggiorare ulteriormente la situazione del malato, privandolo totalmente delle proprie iniziative, della sua libertà ed individualità, portandolo ad un completo decadimento delle abilità sociali.
A sostegno delle sue idee, Basaglia, a partire dagli anni ’60 avviò, con l’apertura del manicomio di Gorizia, la prima esperienza di comunità terapeutica in Italia.
Pose al centro del lavoro di cambiamento la persona “il malato e non la malattia”
Questo suo lavoro ha reso possibile per i malati di mente il progressivo recupero del diritto di cittadinanza.
Si battè per la chiusura dei manicomi tanto che si arrivò ad un punto di svolta con la legge 13 maggio 1978, n. 180, conosciuta proprio come “Legge Basaglia” che permise la chiusura di questi, generando un cambiamento che restituì dignità e valore ai malati in essi reclusi.