lunedì, Maggio 20, 2024
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Nel caso, risentirsi è naturale, reagire è d’obbligo, o così dovrebbe essere

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È già successo in passato, lasciando tracce nella storia. Sono le marachelle (leggi malaffare in giacca e cravatta), che vengono ricondotte dal potere giudiziario a quanti dovrebbero occuparsi dello svolgimento dell’attività della Pubblica Amministrazione “come previsto dalle leggi e dalle regole” della Funzione Pubblica.

Gli incarichi ricoperti da quei dipendenti pubblici presuppongono il possesso da parte degli stessi di principi di onestà e linearità a prova di ogni tentazione. Quindi se è vero, come è vero, che il funzionamento di alcune istituzioni è particolarmente sensibile, quanti sono ai vertici di quelle costole dello Stato dovrebbero essere più che integerrimi controllori di ogni azione che comporti l’utilizzo delle casse dello Stato. Per non andare oltre intervalli di tempo compatibili con la memoria di chi è stato giovane nell’ ultimo quarto del secolo scorso, basterà ritornare alla vicenda Mani Pulite.

Avrà così la conferma che, ancora una volta, come affermava Tomasi di Lampedusa, tutto è cambiato perchè quel contesto rimanesse lo stesso. Per volere esprimere l’argomento con maggior precisione, la funzione di controllo dovrebbe far parte dello svolgimento del proprio lavoro, quotidiano e sistematico, gestito dalla Mano Pubblica. Tanto dovrebbe verificarsi dall’inizio al completamento della realizzazione di ciascun progetto di competenza pubblica. È opportuno ricordare che già ora e non da pochi giorni, la normativa che regola la materia, in gran parte già esiste ma quanto ne disciplina alcuni aspetti dà la sensazione di essere stata codificata volutamente in maniera contorta.Vero è che il cosiddetto “burocratese” è croce e delizia di chi, in qualche modo, incappa nei suoi tentacoli: croce per chi deve decifrare quel linguaggio, delizia per chi ne predilige l’uso, spesso spropositato. Un pugno nell’occhio lo ricevono tutti, italiani e non, quando certe iniziative politiche vengono prese da chi è deputato quella attività di controllo. Accade così che mentre il Capo dello Stato Mattarella stava leggendo la sua relazione, peraltro molto apprezzata, all’assemblea dell’ONU, ricevendo nutriti apprezzamenti per il Paese, all’interno dello stesso ha fatto molto rumore quello che può essere denominato un congegno a tempo deflagrato nelle stanze della Regione Liguria. Non sarà andata di conseguenza in maniera molto diversa per la Premier Meloni, impegnata come era nella sua missione in Nordafrica. Sará banale, comunque non da essere scavalcato a piè pari, ricordare il particolare che l’Italia in Libia sta rafforzando la sua presenza in primo luogo come cliente. Non è certo un punto a favore per il merito creditizio del Paese quella tempesta al pesto che sta scoperchiando case – per la precisione casse – in tutta la regione. Era poco prima della fine del secolo scorso che Napoli, sul finire del G8, fu teatro del debutto della giustizia nel settore dello “spettacolo di cattivo gusto”.

Fu la comunicazione al Premier di allora, padrone di casa per il G7, di un avviso di garanzia. Non è necessario fare nomi, anche perché il destinatario di quell’avviso non è più. Chi ne dispose l’invio, insieme a altri compagni di merenda sta vivacchiando da quando si è dimesso dal suo incarico. Come spesso succede, la toga gli faceva da armatura che una volta tolta, ha mostrato cosa contenesse realmente al suo interno. Intanto il rubinetto era stato sbloccato e ha iniziato a venire aperta al minimo accenno della Casta.

Ciò sta succedendo, ormai senza pause di sorta, in concomitanza di tornate elettorali. Se un comportamento del genere possa essere ricompreso nel senso dello stato è pressochè impossibile sostenerlo. Quanto invece è accettabile senza sforzo è che la deriva di parte del potere esecutivo continua ormai senza intoppi a venire alla luce. I vari sostegni alla popolazione di ultima generazione ne sono la conferma con l’imprimatur. Uno di portata più che notevole è stata una cilegina sulla torta, il superbonus. L’ultimo, in ossequio al principio che spesso gli opposti coincidono, si è concretato con l’assegnazione di incarichi ministeriali a ex membri della Casta. Al peggio non c’è fine, almeno tale è la vulgata. Solo che solitamente ciò é pronunciato con tono rassegnato.

Nei casi appena descritti contribuiscono a far venire a galla i sentimenti peggiori. Con l’augurio che non prendano avvio altri match da gladiatori di un tempo, si deve procedere a ogni costo, in attesa che si raffreddino buona parte di quei bollenti spiriti.

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