domenica, Maggio 19, 2024
HomePoliticaRegione Puglia, iniziato Consiglio sulla sfiducia a Emiliano

Regione Puglia, iniziato Consiglio sulla sfiducia a Emiliano

 

BARI – È cominciato da poco il Consiglio regionale pugliese durante il quale verrà discussa e votata la mozione di sfiducia presentata dal centrodestra nei confronti del governatore Michele Emiliano, presente in Aula.

La mozione è stata depositata due settimane fa, dopo le inchieste e gli arresti per presunti episodi di voto di scambio che hanno portato anche alle dimissioni dell’ex assessora ai Trasporti, Anita Maurodinoia. Unico assente Donato Metallo del Pd. E’ anche il primo Consiglio dopo le dimissioni dei consiglieri regionali del M5s dai loro ruoli in giunta e istituzionali. 

Non si esclude che Antonella Laricchia, consigliera regionale M5S da sempre all’opposizione, possa intervenire per ribadire la sua distanza dal governo Emiliano. Ci sono due assenti, Donato Metallo Pd (per motivi di salute) e Napoleone Cera (FI)

L’ORDINE DEL GIORNO: LA SFIDUCIA E COME SI VOTA

«È pervenuta alla Presidenza del Consiglio, in data 24 aprile 2024, acquisita al protocollo 20240006510, la mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 126, comma secondo, della Costituzione e dell’articolo 22, comma 3, dello Statuto regionale, che si dà per letto». Questa l’introduzione della presidente del Consiglio Regionale Loredana Capone.

«Come possono funzionare i lavori d’Aula secondo il nostro Regolamento? La votazione della mozione di sfiducia è previsto che avvenga per appello nominale. Ricordo all’Assemblea che, ai sensi del comma 3 dell’articolo 22 dello Statuto, la mozione, per essere approvata, richiede la maggioranza assoluta dei consiglieri in carica, dei componenti del Consiglio, dice lo Statuto, quindi 26 voti. A norma dell’articolo 51 del Regolamento interno, come si procede? Si estrae a sorte il nome del consigliere dal quale comincia l’appello. Quindi, i nostri segretari d’Aula estrarranno a sorte – è stato già predisposto il sacchetto – il nome del consigliere da cui parte l’appello nominale. Si vota in questo modo: votano “sì” i consiglieri che sono favorevoli alla mozione, votano “no” i consiglieri che sono contrari alla mozione di sfiducia».

Il consigliere regionale Giuseppe Tupputi, che ha recentemente aderito a Fi, voterà a favore della sfiducia nei confronti di Emiliano.

IL PRIMO A PARLARE: VENTOLA

«Nei primi dieci minuti del suo intervento di oggi c’è il vero motivo per cui noi stiamo proponendo la mozione di sfiducia. Lei ha dedicato i primi dieci minuti a raccontarci, a illustrarci quelli che sono gli atti ufficiali posti in essere dal Presidente Emiliano nell’ultimo mese: cambio di assessori, assessori che sono stati revocati, assessori che si sono dimessi. Ai nuovi assessori facciamo i nostri migliori auguri, ci mancherebbe. Questa è una delle ragioni principali per le quali ci siamo resi conto che, obiettivamente, non ci sono più le condizioni di serenità amministrativa in capo al Presidente, per poter assolvere ai propri obblighi». Così Francesco Ventola nel suo intervento.

«L’ultimo Consiglio regionale si è tenuto il 26 marzo. Sono trascorsi quasi due mesi. Non abbiamo più tenuto Consigli regionali per approvare o meno leggi, che è il vero motivo per il quale siamo stati eletti. Il 19 aprile abbiamo appreso da notizie di stampa che era in procinto l’ennesimo rinvio del Consiglio regionale, in questo caso del 23 aprile, data in cui avremmo dovuto discutere di leggi importanti, molte delle quali anche condivise in Commissione. Abbiamo appreso da notizie di stampa che sarebbe stato rinviato, oserei dire “per l’ennesima volta”. Le scrivemmo immediatamente: “Gentilissimo Presidente, abbiamo appreso da notizie di stampa che è sua intenzione e del Presidente Emiliano, contrariamente a quanto concordato in Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari, di non convocare il Consiglio regionale per il 23 aprile”. Auspicavano che fosse una fake news e la esortavamo a onorare gli impegni che erano stati assunti in Conferenza dei Capigruppo. Lo stesso giorno, nel pomeriggio, veniva indetta una Conferenza dei Capigruppo, in videoconferenza, alla quale noi avevamo preannunciato di non partecipare. Immediatamente dopo, la convocazione del Consiglio regionale per il 7 maggio.

Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Se un’Assemblea legislativa, per problemi che attengono all’attività amministrativa, politiche ‒ e sottolineo “politiche” ‒ dell’attività amministrativa del Presidente Emiliano rimane ingessata, delle due l’una: o troviamo le condizioni affinché veramente ci sia una norma che ci tuteli da questo punto di vista… Obiettivamente, noi prendiamo delle indennità, ma se non le esercitiamo, non venendo nei Consigli, c’è qualche problema, evidentemente. Noi siamo stati eletti. Dobbiamo fare il nostro lavoro. Il nostro lavoro è fare le leggi. Se non siamo messi nelle condizioni di poterlo fare, qualche problema può nascere».

«Concludo, Presidente Capone, e la ringrazio, perché ho visto che ho sforato. Avrei voluto dire altro, ci riserviamo. Presidente, avrà notato che nell’ultimo mese e mezzo questo Gruppo consiliare delle minoranze, le minoranze vere, quelle che hanno rispettato il voto dei cittadini, ha evitato di entrare in disquisizioni che attengono ad altri organi dello Stato, perché noi crediamo veramente nella Costituzione, alla quale lei molto spesso ha fatto richiamo, molto spesso! Però, la Costituzione presuppone anche che ci sia chiarezza, sincerità e lealtà. Non ha bisogno, con il voto che le hanno dato i cittadini, pugliesi, di prendere i consiglieri da altre parti. Lei non ha sottoscritto nessun patto, che è stato validato, seppur politicamente, dal Consiglio regionale, con i trasformisti del Movimento 5 Stelle. Gli ha dato degli incarichi e sono venuti con lei in maggioranza. Adesso sono le stesse persone, non loro, il loro leader, che viene qui in Puglia più di una volta e la accusa. Vuole gli ispettori per la legalità. Perché a un magistrato chiede l’assessore alla legalità? Chiederemo, tra qualche giorno, giusto il tempo di insediarsi, che fa l’assessore alla legalità. Che fa? Qual è la funzione giuridica che ha l’assessore regionale alla legalità. Qual è l’esigenza di avere l’assessore alla legalità? C’è un problema. Quindi, ci sono. Faccia chiarezza su questo».

CAMPO: ANITA MAURODINOIA, LA SUA PUNTUALITA’, LA SUA PRESENZA DA VALORIZZARE

«Nessuna inchiesta giudiziaria ha riguardato l’attività di questa Giunta, né di questa né di quella precedente che il Presidente Emiliano ha guidato». Questo il fulcro dell’intervento del consigliere Campo. «Certo, questioni giudiziarie hanno attraversato la Regione, gli uffici. Devo stare attento ai tempi, perché qualcosa la vorrò dire dopo. Ma sono questioni di cui si deve occupare la magistratura, dobbiamo rafforzare i controlli e i presìdi di legalità. È un tema nazionale. Noi abbiamo creduto che distruggendo scientificamente i partiti avremmo eliminato il malaffare dalla politica. Il malaffare è una questione culturale, è una questione che sta nelle pieghe della società e richiede processi storici, culturali ed economici molto più complessi. È bene che i magistrati facciano il loro lavoro. Ma l’approccio deve essere criteriato e soprattutto teso alla salvaguardia delle Istituzioni e al rispetto delle Istituzioni».

«Lo dicevo adesso ad Anita Maurodinoia, che ringrazio per il grande lavoro svolto. È stato un piacere per me, da Presidente della Commissione, che si occupava anche del suo settore, lavorare con lei. Debbo dirlo, non si offenda nessuno: la puntualità di Anita, non la puntualità dell’orologio, quella anche, ma la capacità di essere sempre presente quando i colleghi lo richiedono è una dote che politicamente dovremmo valorizzare e dovremmo porre ad esempio dei nostri comportamenti. Poi ci sono incidenti personali, la cronaca giudiziaria. Siamo abituati, perché facciamo tutti, Francesco, questo mestiere da tanti anni. Sappiamo che le indagini hanno riguardato ognuno di noi, specialmente chi ha lunga carriera e militanza politica e lunga militanza nelle istituzioni».

MAZZARANO: IL PARTITO NON HA DIFESO EMILIANO

Ha difeso l’operato del governatore Michele Emiliano e della Giunta ma non ha risparmiato alcune frecciatine allo stesso centrosinistra e in particolare al Pd nazionale: il consigliere regionale Michele Mazzarano, costretto a lasciare il gruppo Pd dopo le inchieste baresi nonostante non sia coinvolto, ha preso la parola in Aula durante la discussione della mozione di sfiducia contro il governatore Emiliano.

«L’uso politico della commissione Antimafia contro il presidente di questa Regione – ha detto – che viene trattato come un brigante, avrebbe necessitato reazioni molto vibranti da parte dei vertici nazionali del partito del presidente Emiliano e del sindaco Decaro”; dal Pd «invece, solo ed esclusivamente viene fuori un’idea, per cui sembrerebbe che questo Mezzogiorno non lo si conosca, che questo Mezzogiorno fa paura, che dietro tutte le storie, così come sono state raccontate dal sistema mediatico, ci sia quasi il dubbio di chi ci guarda da Roma che chissà perché c’è tutto questo consenso, è tutto marcio, è tutto mercimonio, è tutto trasformismo».

«Questo – ha evidenziato Mazzarano – è un errore di valutazione enorme, gravissimo da parte di quelli che l’hanno fatto e continuano a farlo, al netto delle degenerazioni, degli errori e dei reati su cui la magistratura deve fare fino in fondo la sua parte».

E ha aggiunto: «Io ho conosciuto i dirigenti nazionali dei grandi partiti, fra loro ci sono quelli che il Mezzogiorno non lo conoscono e tra loro ci sono quelli che lo conoscono, che sono meridionali e che hanno una specie di risentimento perenne per non aver mai avuto gratificazioni di vittorie elettorali in qualsiasi competizione elettorale, piccola o grande, in cui si sono misurati».

M5S: MOZIONE SFIDUCIA EMILIANO STRUMENTALE, NON VOTIAMO

«Il Movimento 5 Stelle chiede garanzie, garanzie sul fatto che l’azione amministrativa della Regione Puglia sia nel segno della piena legalità e trasparenza. Siamo consapevoli che serva lavorare per potenziare gli strumenti per prevenire e contrastare l’illegalità. Da questa consapevolezza è nato il patto per la legalità, consegnato al presidente Emiliano. Stiamo lavorando a una proposta di legge per istituire un nucleo ispettivo che possa operare da parte del presidente e dei suoi uffici e che possa avere condivisione e ha avuto condivisione sia dal punto di vista politico, a qualsiasi livello, dove ci sono anche nomine in diversi settori, sia dal punto di vista tecnico. Ci sono, quindi, le premesse perché i punti del patto vengano messi in atto rafforzando l’azione amministrativa» . Lo ha detto il capogruppo del M5s nel Consiglio regionale pugliese, Marco Galante, durante la discussione della mozione di sfiducia al governatore Emiliano.

Galante ha quindi annunciato: «Non voteremo la mozione di sfiducia perché vorrebbe anche dire rinnegare il lavoro fatto. Non presteremo innanzitutto fianco a un’iniziativa chiaramente strumentale del centrodestra, da cui naturalmente non accettiamo alcun tipo di lezione, tantomeno di moralità. Da oggi faremo un’opposizione costruttiva votando quei provvedimenti che riteniamo utili per i cittadini e portando avanti le nostre battaglie».

L’INTERVENTO DI PIEMONTESE

«Io, invece, so che in politica si vince e si perde. È capitato a tutti noi. Sono convinto, però, che i Governi vengano scelti dai cittadini, democraticamente. Siccome la Puglia è una grande regione, che ha 4 milioni di abitanti, credo sia più una postura politica, collega Ventola, anche un po’ caricaturale, che Emiliano abbia vinto le elezioni per dinamiche di governo o di 15, 20, 30 incarichi amministrativi. Credo che un risultato elettorale che ha avuto quei numeri, quella dimensione, non sia ascrivibile alla dinamica che lei rappresentava prima. Sappiamo che le cose sono andate in maniera differente e anche che oggi si vuol provare a dare un colpo a uno dei simboli di un processo politico che è la Primavera pugliese.

È un simbolo politico che ha guidato Bari e la Puglia, facendo in modo che il patrimonio identitario che oggi l’Italia e il mondo riconosce alla nostra Regione da almeno 20 anni, cioè da quando nel 2004 è sbocciata la Primavera pugliese, che è un’esperienza molto più che politica, è la riappropriazione e la riscrittura di una storia da sud».

TAMACCO: «MOZIONE SFIDUCIA EMILIANO NON HA NUMERI PER PASSARE» 

«Solo per sgomberare il campo dai dubbi e far contenti quelli che da giorni non fanno che gridare al trasformismo come al male assoluto. Se trasformismo vuol dire andare laddove si può lavorare per il bene dei cittadini, allora chiamatemi pure trasformista». Lo ha detto il capogruppo di Per la Puglia, Saverio Tammacco, durante la discussione in Consiglio regionale della mozione di sfiducia nei confronti del governatore Michele Emiliano. «E’ quanto accaduto – ha spiegato – a chi come me, eletto nelle file del centrodestra, e si è accorto dopo anni che la minoranza anziché fare critiche costruttive e lavorare per il bene dei cittadini, procedeva a suon di propaganda ideologica, senza idee se non quella di demolire l’operato dell’amministrazione. A tutti i costi. Quello di oggi poteva essere un Consiglio monotematico sulla sanità, anziché una farsa su una mozione di sfiducia che non ha i numeri per passare. Una pura strumentalizzazione. Per continuare a negare che Bari e la Puglia siano cambiate in questi 20 anni». “Un cambiamento – ha concluso – che è sotto gli occhi di tutti. Io credo convintamente che questa amministrazione abbia fatto bene e continuerà a fare bene fino alla fine della legislatura». Gazzetta

 

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Eventi in programma

ULTIME 24 ORE