domenica, Maggio 19, 2024
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Il Riesame rigetta i ricorsi: Coscioni e la sua equipe non reintegrati al Ruggi

IL RIESAME RIGETTA I RICORSI I QUATTRO MEDICI NON SONO STATI REINTEGRATI.

CHI SONO I MEDICI DELLA GARZA:

Il Tribunale del Riesame ha rigettato i ricorsi presentati dagli avvocati difensori dei medici sospesi dagli incarichi sanitari presso l’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Si tratta di quei quattro camici bianchi che facevano parte dell’equipe medica del primario di Cardiologia Enrico Coscioni coinvolti nell’inchiesta sul decesso di Umberto Maddolo, il paziente poi deceduto e nella cui arteria fu ritrovata una garza. 

I RUOLI

l’anestesista Pietro Toigo, i cardiochirurghi Gerardo Del Negro e Francesco Pirozzi e il chirurgo vascolare Aniello Puca, che restano sospesi rispettivamente per nove e sei mesi. Il primario Coscioni ha avuto l’interdizione più lunga: dodici mesi. E la sua posizione è al vaglio anche della Conferenza Stato-Regione in quanto presidente dell’Agenas. Un incarico, quest’ultimo, per il quale, il Ministero della Salute ne ha chiesto la rimozione per via proprio della vicenda giudiziaria in cui è coinvolto. 

LA STORIA

Si tratta di quei quattro camici bianchi che facevano parte dell’equipe medica del primario di Cardiologia Enrico Coscioni coinvolti nell’inchiesta sul decesso di Umberto Maddolo, il paziente poi deceduto e nella cui arteria fu ritrovata una garza.

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La solidarietà dei colleghi 

Coscioni sospeso da Agenas: esultano Bicchielli e Tommasetti, Polichetti esprime solidarietà

Il senatore Antonio Iannone e il deputato Imma Vietri, che, nelle scorse settimane, avevano presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute, per chiedere se vi fossero i presupposti per sospendere/rimuovere dal ruolo ricoperto presso l’Agenas dal dottore Coscioni, primario dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno e direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria.

 Approfondimento storia 

“Il plauso di Bicchielli e Tommasetti”

Esattamente come avevamo richiesto all’indomani delle gravi accuse formulate dalla Procura della Repubblica di Salerno, l’Agenas ha sospeso Enrico Coscioni, segno evidente della gravità della situazione – ha detto il vicepresidente di Noi Moderati alla Camera dei Deputati, l’onorevole Pino Bicchielli – Accuse troppo gravi per permettere al fedelissimo di De Luca di restare a capo di un ente così importante, il nostro plauso al ministro Schillaci e al premier Giorgia Meloni per aver firmato il provvedimento – ha aggiunto l’onorevole Bicchielli – attendiamo il Riesame, certi di aver intrapreso ancora una volta la strada del buon governo, a tutela della sanità pubblica e del diritto alla salute di ciascun cittadino. Sul fronte sanità non abbasseremo mai la guardia anche attraverso l’importante lavoro che il Dipartimento regionale sanità sta portando avanti con la convocazione di tavoli tecnici”.

“La sospensione di Coscioni dall’Agenas è sacrosanta – incalza Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega – Sia chiaro che per me vale sempre il principio della presunzione d’innocenza – precisa Tommasetti – D’altra parte avevo già detto però che, vista la gravità delle accuse, il buon senso avrebbe suggerito il passo indietro del professionista salernitano e, in mancanza, sarebbe stato necessario lo stop all’incarico presso l’Agenas. Una cosa è l’inchiesta su cui la giustizia farà il suo corso, discorso diverso è la posizione ricoperta da Coscioni, sia nel contesto dell’ospedale Ruggi che in quello dell’Università di Salerno dove aveva recentemente ricevuto l’incarico di professore a contratto, prendendo il posto lasciato libero dal professor Iesu. La sospensione dall’Agenas è quindi un atto dovuto, sugli ulteriori sviluppi restiamo in attesa dei giudici”.

Il consigliere regionale ribadisce il suo pensiero sul declino della Cardiochirurgia d’urgenza al Ruggi: “I vari aspetti della vicenda saranno chiariti solo in sede processuale. Indipendentemente dall’esito dell’inchiesta, il dato politico è la gestione scriteriata, o nella migliore delle ipotesi approssimativa, di quello che un tempo era il fiore all’occhiello dell’ospedale. Lo dimostra la fuga in massa dei professionisti che avevano contribuito a renderlo tale”.

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