giovedì, Maggio 9, 2024
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MERCATO S SEVERINO, (SA): L’AIUOLA VITTIME DELLA DROGA (VANDALISMO). GLI SVILUPPI

DIVELTA DELL’AIUOLA DEDICATA ALLE VITTIME DELLA DROGA LE DICHIARAZIONI DELLA MAMMA DI ANTONIO 

Camilla Roberto, madre di Antonio Mathed Eid Sayed, comunica che non si fermerà – nel percorso della prevenzione della droga. Di tutte le dipendenze, in particolare della tossicodipendenza – quella relativa alle sostanze psicotrope. Il giovane Antonio moriva, un decennio fa, proprio a causa di un’overdose. Egli e la madre, ha dichiarato la Roberto, sono entrambi “vittime della droga”.

Sette mesi fa, in una cerimonia pubblica (presenti il vicesindaco Cavaliere; don Peppino Iannone e una rappresentanza della civica amministrazione) – al parco “Boschetto”, di Mercato San Severino (Salerno) – veniva piantumato un melograno: l’albero “della vita”. L’albero “di Antonio”. Allo scopo di commemorare i deceduti a causa della droga, nonché le famiglie che si trovano a lottare contro questa temibile sciagura.

Ebbene, a distanza di poco tempo, l’aiuola contenente l’alberello (contenuta, appunto, nell’area verde succitata) è stata vandalizzata da ignoti. Come pure l’intera zona del “Boschetto”. Ivi compreso uno chalet ristorante, presente per il ristoro. Infatti, anche il responsabile del chiosco – come già la signora Roberto – dichiara di essere stato “preso di mira” da gruppi di adolescenti (egli presume), a vandalizzare il parco. Massimo Califano, questo il nome del referente del chiosco, asserisce di aver installato delle telecamere – in un sistema di videosorveglianza. Purtroppo per lui, e per i residenti di San Severino, le videocamere non sono ancora attive.

Tornando alla questione sollevata dalla Roberto, ella fa di tutto per creare spazi green – come quello al “Boschetto” – dove poter far riflettere le nuove generazioni e non solo (anche i nuclei familiari) sugli effetti terribili della tossicodipendenza. Piantando specie arboree, fiori, erbe spontanee. Come i sessanta narcisi piantati nel 2023. Proprio lo scorso anno, oltre alla pianticella, sono stati deposti pietre e ciottoli colorati – presso la piccola aiuola. “Bomboniere” o souvenir a cura dell’artista Adì. Adesso è tutto divelto. Rimane solo il melograno. Per questo, Camilla Roberto ha parlato quasi di una “profanazione”, verso la “sacralità” di quest’area dedicata al figlio e agli altri ragazzi, scomparsi per la droga. E annuncia di non arrendersi mai.

“Il mio obiettivo – afferma Camilla Roberto – è quello di prevenire il fenomeno della droga”. Come? È presto detto: “Informando, parlando, tenendo dei corsi a cura di persone competenti e di esperti del settore”. Perché “La droga uccide sempre, anche fin dall’inizio. Anche solo per un semplice spinello”. Senza contare i danni biologici e fisiologici, sia al fegato – a rischio cirrosi, soprattutto per i pericolosi mix o cocktail di alcool e sostanze stupefacenti – sia al cervello. “I ragazzi vedranno bruciarsi i neuroni e utilizzare psicofarmaci, in maniera irreversibile – dice la donna – se proseguiranno nel drogarsi”.

Sempre relativamente alla sua personale, ma lei non è certo unica, lotta contro la droga, la pasionaria annuncia che scriverà di nuovo al papa: infatti, nel 2018, due sono state le missive rivolte a papa Francesco. Allo scopo di poter far istituire una giornata internazionale rivolta alle vittime della tossicodipendenza. Due missive a cui non è stata data risposta. Solo una benedizione del pontefice, un “prestampato” bene augurale. Adesso, la Roberto ci riprova e afferma: “Se il papa non risponderà a queste mie parole – ed io credo che, in realtà, non abbia proprio ricevuto le mie lettere tra le sue mani personalmente – chiederò un’udienza privata con lui”. Ella si dimostra una donna di grande coraggio e perseveranza.

@AnnaMaria Noia

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