L’antifascista italiana, candidata con Avs, avrà il braccialetto elettronico. 40 Milà euro di cauzione. Ancora scontro a distanza tra la famiglia e i ministri Tajani e Nordio.
Ilaria Salis può uscire dal carcere e andare ai domiciliari a Budapest. È stato accolto dal tribunale di seconda istanza il ricorso presentato dai legali dell’antifascista italiana in carcere dall’11 febbraio del 2023 perché accusata di aver aggredito, con altri, tre neonazisti dopo la sfilata di nostalgici delle SS nel Giorno dell’onore.
I legali: “Finisce un incubo ma la sua battaglia continua”.
Ora, come si diceva, con il trasferimento agli arresti domiciliari a Budapest, si apre un’altra via ed è quella che porta dritta al rientro in Italia, sempre sottoposta a una omologa misura di custodia cautelare. La possibilità è indicata da una legge quadro del Consiglio europeo del 2009 che sancisce il reciproco riconoscimento delle decisioni sulle misure alternative alla detenzione cautelare all’interno degli Stati della Ue. Fonti del governo suggeriscono che, se i legali di Salis si muovessero in tal senso, anche l’Italia sarebbe pronta a fare pressioni. Ma c’è un altro “se”: la giurisprudenza non è univoca perché quella applicata a Salis non è una misura conseguente a una condanna definitiva ma una misura cautelare.
Il padre: “Mia figlia non è ancora fuori dal pozzo, dal governo nessun aiuto”.
Tajani: “Abbiamo lavorato intensamente”.
Ora che c’è stata la svolta anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani si intesta, almeno in parte, la soluzione e a chi gli chiede se sia merito del governo risponde: “E’ merito di tutti, di un’azione sinergica. Certamente il governo e la nostra ambasciata hanno lavorato intensamente, in silenzio, senza fare propaganda, senza rulli di tamburi”. “Soddisfazione” esprime anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio che aveva accusato la famiglia della mancata scarcerazione perché la richiesta per i domiciliari in Ungheria era arrivata, a suo dire, in ritardo.
Replica il padre di Ilaria Salis, intervistato a Metropolis, web tv su Repubblica: “Noi non abbiamo visto nessuna attività concreta da parte del ministro degli Esteri o del ministro di Giustizia per Ilaria”. E pure Nicola Fratoianni, segretario di Avs che proprio ieri ha incontrato Salis in carcere, e Angelo Bonelli, commentano: “Questo risultato si deve innanzitutto alla tenacia e alla determinazione della famiglia e di tutti coloro che invece di stare in silenzio si sono battuti e continueranno a farlo per i diritti di Ilaria e di tutti noi”.
Da Schlein a Zerocalcare: “Ottima notizia, ma non abbassiamo la guardia”
Elly Schlein, che a Salis aveva offerto anche una candidatura europea con il Pd, aggiunge: “Un primo passo importante, ora speriamo possa presto rientrare in Italia, in sicurezza, ci aspettiamo il governo si adoperi”.
Chi festeggia ma avverte “non rompete le righe” è Zerocalcare: “I domiciliari rischiano di far sembrare che la situazione sia risolta. Ma il rischio è sempre quello di 20 anni di carcere. Inoltre in Ungheria 5 giorni di domiciliari equivalgono a un giorno di prigione, quindi questo periodo verrà conteggiato in misura minore. La situazione resta molto grave e rischia di precipitare di nuovo. Bisogna che non si abbassi la guardia”.
La prossima udienza è fissata il 24 maggio, sarà la prima nella quale Ilaria Salis non verrà portata con catene e guinzaglio.
Ilaria Salis è candidata alle elezioni europee per Alleanza Verdi Sinistra. Come sarà la corsa alle europee potrà incidere sull’intero dossier. Del resto lo stesso legale della attivista ha parlato, in proposito, nei giorni scorsi, di «conseguenze incerte». «In Ungheria – ha sottolineato Gyorgy Magyar, l’avvocato ungherese della docente – l’immunità parlamentare scatta già dal momento della candidatura, ma non so come sia regolata la materia in Italia». In caso di elezione, poi, per la quale e’ necessario il superamento dello sbarramento del 4%, la questione finirebbe, probabilmente, sul tavolo della presidenza del prossimo Parlamento europeo.